Dieci navi straniere respinte e sei fermate per non aver rispettato l'Isps Code: è questo il primo, mite, bilancio dell'entrata in vigore delle norme Imo nei porti degli Stati Uniti, relativo alle due giornate del 1° e del 2 luglio. Le bandiere colpite sono quelle delle Isole Cook, del Regno Unito, di Panama, della Bolivia e dell'Honduras. E' un bilancio relativamente basso, che testimonia come l'avvio della nuova normativa sia avvenuto un po' dappertutto all'insegna della tolleranza da parte delle autorità marittime.

Le navi straniere attraccate nei primi due giorni di luglio nei porti americani, secondo la Us Coast Guard, sono state 270. Quelle giudicate irregolari sono state quindi appena il 6%: una cifra non eccessiva, anche se comunque superiore allo zero per cento registrato in Italia. Un altro dato, fornito sempre dalla Guardia Costiera americana, segnala che nel solo primo giorno le navi straniere ispezionate sono state 123. Di queste, sono venti quelle trovate fuori regola, ma la maggior parte delle infrazioni non aveva a che fare con l'Isps Code. Ben dodici, infatti, erano natanti di dimensioni minori che già in passato avevano avuto problemi con il rispetto delle norme internazionali sulla safety e sulla protezione dell'ambiente.

Le norme sulla security, insomma, non sono ancora applicate con eccessiva rigidità, almeno sugli aspetti formali. Questo suona come un riconoscimento a quello che il segretario generale dell'Imo, Efthimios Mitropoulos, ha definito con soddisfazione “un grosso sforzo fatto da governi e imprese nel migliorare la security marittima adeguandosi all'Isps Code”. I dati forniti da Mitropoulos testimoniano di questo inseguimento sul filo di lana del rispetto delle norme. Al 30 giugno l'86% delle navi e il 69% dei terminal di tutto il mondo aveva preparato il piano di security, anche se soltanto il 58% delle navi e il 53% dei terminal aveva ottenuto la certificazione definitiva. Il gap verrà verosimilmente colmato nelle prossime settimane. Per accompagnare questo processo, navi e terminal saranno sottoposti durante l'estate a nuovi controlli.

Come conseguenza di questo atteggiamento di maggiore apertura nel corso delle ispezioni, che sembra accomunare alcune delle principali nazioni marittime, neanche negli Stati Uniti c'è stato il temuto impatto sulla scorrevolezza dei traffici. “Le cose – ha detto Thomas Collins, comandante del'Us Coast Guard – sono filate liscie con interruzioni molto ridotte ai commerci e ai viaggi”. Un giudizio analogo riguardo all'Italia era stato espresso alcuni giorni fa anche da Assoporti.

Anche il Canada ha effettuato un grosso sforzo economico per adeguarsi alle nuove norme: già 115 milioni di dollari sono stati stanziati per rendere più sicuri i porti, come prima tranche di un investimento complessivo per la sicurezza che raggiungerà i 605 milioni di dollari in cinque anni.