La Commissione Europea ha deciso oggi di adire alla Corte di Giustizia europea contro Belgio, Francia, Italia, Olanda e Finlandia, accusate di non aver rispettato le normative comunitarie in materia di scarico e carico in sicurezza delle navi portarinfuse. In particolare la direttiva 2001/96/EC stabilisce requisiti di armonizzazione delle procedure e un incremento della cooperazione nelle operazioni che coinvolgono le portarinfuse e i terminal portuali con l'obiettivo di ridurre i rischi di un danneggiamento e di un indebolimento della struttura delle navi nel corso delle operazioni di carico e scarico nei porti europei.

Inoltre la Commissione ha inviato pareri motivati a Belgio, Finlandia e Lussemburgo, nazioni che – secondo Bruxelles – non hanno rispettato le leggi UE sulla sicurezza e gli standard per le navi passeggeri. In particolare – ha precisato l'esecutivo europeo – la direttiva 2003/75/EC stabilisce modifiche da apportare agli equipaggiamenti di salvataggio delle navi ro-ro, modifiche che gli Stati membri avrebbero dovuto apportare entro il 30 gennaio scorso.

La Commissione ha anche inviato pareri motivati a Belgio, Grecia, Francia, Italia, Lussemburgo, Finlandia, Portogallo, Danimarca e Svezia per non aver comunicato a Bruxelles le misure introdotte a livello nazionale per recepire la normativa 2002/84/EC introdotta per accelerare l'aggiornamento e gli emendamenti ad undici direttive sulla sicurezza della navigazione.

All'Italia è stato inviato anche un parere motivato per l'errata implementazione della direttiva 1999/35/EC del 29 aprile 1999 relativa all'istituzione di ispezioni obbligatorie per i traghetti ro-ro e i traghetti veloci.

Le decisioni odierne della Commissione UE in materia di sicurezza marittima comprendono anche l'invio di pareri motivati ad Austria, Belgio, Grecia, Finlandia, Francia, Italia, Lussemburgo, Olanda e Regio Unito per la mancata notifica delle misure nazionali di recepimento della direttiva 2002/59/EC del 27 giugno 2002 relativa all'istituzione di un sistema europeo di monitoraggio del traffico marittimo che fa parte del cosiddetto pacchetto “Erika II”. In particolare la direttiva prevede che le nazioni UE predispongano piani per accogliere le navi in difficoltà nelle acque di loro giurisdizione. Gli Stati avrebbero dovuto recepire la normativa entro il 5 febbraio scorso.

Germania, Francia, Grecia, Italia, Regno Unito e Svezia – ha stabilito la Commissione – dovranno invece presentarsi di fronte alla Corte di Giustizia europea anche per non aver rispettato le normative europee in materia di interoperabilità dei sistemi ferroviari transeuropei (direttiva 2001/16/EC, da recepire entro il 20 aprile 2003).