Renato Roffi
LIVORNO Dai primissimi giorni di quest’anno nel porto di Livorno sono in corso i lavori per la “messa in sicurezza di emergenza”, del canale Industriale, un’operazione attesa da anni, assolutamente indispensabile per restituire piena agibilità e sicurezza ad uno degli specchi acquei più delicati dell’intera struttura portuale labronica.
Dell’esecuzione dell’opera che, salvo imprevisti, dovrebbe concludersi nell’arco di circa un anno e mezzo, è stata incaricata l’associazione temporanea d’impresa costituita da Deme Environmental Contractors, G.R.C. Kallo, Società Italiana Dragaggi e Tito Neri Lavori Pubblici srl, prescelta fra gli altri concorrenti, oltre che sulla scorta dei normali criteri economici, anche per l’affidabilità dimostrata nell’esecuzione di interventi del genere.
«Siamo perfettamente consapevoli dei disagi a cui sarà inevitabilmente sottoposta l’attività dei terminalisti, degli operatori portuali e del personale di Dogana – osserva Alfredo (Dedo) Neri, amministratore delegato della Tito Neri Lavori Pubblici – confidiamo nella pazienza e nella comprensione di tutti, siamo impegnati al massimo affinché l’operatività dello scalo risenta il meno possibile di questo male necessario, anche a costo di dover dilazionare i tempi di lavoro».
Ce la farete a salvare capra e cavoli?
«Basta un po’ di buona volontà e di reciproca comprensione. L’orario stabilito con ordinanza dell’Autorità Marittima per l’esecuzione del dragaggio va dalle dalle 7 alle 19, ma, di fatto – spiega Neri – queste 10 ore vengono ridotte a 7/8 per le interruzioni dovute alle giuste esigenze degli operatori, in questo modo, viene consentito a tutti di lavorare quasi normalmente, anche se questo può gravare sui nostri costi, inoltre va tenuto conto anche della ineludibile necessità di osservare rigorosamente tutte le prescrizioni imposte dal ministero dell’Ambiente.
Del resto, la pericolosità del canale, almeno nelle attuali condizioni, non ammetteva ulteriori indugi».
Qualcuno osserva che un anno e mezzo è troppo… Di quale tipo di mezzi disponete?
«Sicuramente dei più moderni e sicuri, specie sotto il profilo della tutela ambientale, macchine efficaci ed efficienti che ci consentono di eseguire il dragaggio dei fondali senza il minimo rischio di versare in acqua i materiali di risulta.
Oggi, purtroppo o per fortuna, non è più possibile, come avveniva soltanto pochi anni or sono, estrarre dal fondo ogni tipo di porcheria e versarla in mare, sia pure con precauzioni… che davano garanzie quanto meno scarse.
Per l’escavazione vera e propria viene impiegata una gru idraulica Liebherr dotata di una benna da 4 mc, studiata e realizzata appositamente, a tenuta completamente stagna, capace di scavare fino ad una profondità di 16 mt senza… sporcare, l’escavatore è sistemato sul pontone Giacomo, totalmente ristrutturato per tale servizio ed attrezzato con due piloni, manovrati da appositi verricelli, concepiti per mantenere il mezzo in assetto stabile e fisso sul punto di dragaggio, ciò rende pressoché nullo l’intorbidimento delle acque.
I fanghi estratti dal fondo vengono trasportati con bettoline fino alla speciale struttura di bonifica che abbiamo allestito ai piedi della torre del Marzocco (area ex Ghezzani), chiamata tecnicamente “area di lagunaggio”, un laboratorio a cielo aperto, rigorosamente isolato, sia in orizzontale che in verticale, dove il materiale viene sottoposto ad una serie di analisi chimiche prima del trattamento di bonifica definitivo e del trasporto a mezzo camions in vasca di colmata.
Le due motorette, Antignano e Montenero, da 660 tonn. cadauna, a cui, fra l’altro, per maggior sicurezza sono stati sigillati con saldature i dispositivi di scarico, sono state sottoposte a specifici adattamenti dalla ditta olandese IHC costruzioni».
Un apparato quasi specialistico….
«Sinceramente, toglierei quel “quasi”. In realtà si tratta di un impianto e di un ciclo di lavorazione di cui, almeno in Italia, non risulta esistere l’eguale e che potrebbe rappresentare davvero un archetipo a cui rifarsi per eseguire operazioni del genere, insomma, un vero impianto pilota. A chi sostiene che andiamo a rilento ricordo che trattiamo il non trascurabile quantitativo di 900/1000 mc di materiali al giorno, estratti sempre sulla scorta di analisi settoriali del fondo eseguite in precedenza a cura dell’Autorità portuale dalle quali si deduce il tipo di bonifica da applicare in modo che ciascuna specie di fango possa avere il suo trattamento… personalizzato».
Quale quota dovrà raggiungere il pescaggio del canale Industriale?
«È difficile dirlo con esattezza, la profondità potrà variare leggermente a seconda dei diversi settori, comunque, l’obiettivo finale è quello di disporre, finalmente e in modo certo, di un fondale di 11/13 metri».