GENOVA – Non è stato ancora pienamente riassorbito, sulle banchine del porto di Genova, lo choc operativo provocato dall'inchiesta sulla corruzione nelle dogane. Nonostante che il personale arrestato sia stato sostituito e il centro meccanografico funzioni, restano ancora da smaltire nel terminal di Voltri più di 150 container in attesa di verifica manuale. Considerando che in un giorno se ne possono controllare in media 50, il ritardo accumulato è di almeno quattro giorni. A peggiorare il quadro è stata l'entrata in vigore della norma, prevista dal nuovo Isps code, che impedisce di entrare nei terminal con mezzi privati. Al Vte, spedizionieri e funzionari doganali devono così raggiungere l'area delle verifiche a piedi, con ulteriore perdita di tempo e ritardo nello smaltimento degli arretrati.

Una nota positiva arriva invece da Roma: il 10 gennaio arriverà il nuovo direttore della circoscrizione doganale di Genova. Dopo un'attesa di circa quattro mesi, durante i quali l'incarico è stato ricoperto provvisoriamente da Salvatore Giuffrida, il successore sotto la Lanterna di Luigi Nottola sarà Francesco Bozzanca, attuale direttore della circoscrizione di Venezia.

La situazione che si troverà ad affrontare gli sarà chiarita dalla commissione, composta da spedizionieri, spedizionieri doganali e doganieri, che ogni giorno fa il monitoraggio degli effetti dell'inchiesta sul porto di Genova. “A Voltri – raccontava ieri il vicepresidente di Agespedo, Davide Cabiati, che fa parte della commissione – sono fermi una cinquantina i contenitori già pronti sul piazzale, mentre circa 120 sono ancora da posizionare, in attesa che si liberi spazio. La situazione dovrebbe essere critica ancora per una settimana, ma va normalizzandosi. Questo è stato possibile grazie all'arrivo di sostituti alle dogane e all'aumento delle squadre per le verifiche da parte del terminal Vte. Ma adesso, col discorso del pulmino, stiamo di nuovo perdendo tempo”. Dal 30 dicembre, infatti, sulle banchine genovesi non si può più entrare con mezzi estranei al terminal, per motivi di sicurezza. La misura è prevista dall'Isps code entrato in vigore il 1° luglio. “Dovrebbe esserci un pulmino interno del Vte, ma l'attesa del mezzo è così lunga che molti preferiscono arrivare a piedi nell'area di verifica. Va bene la security, ma anche camminare dove passano i camion è un rischio! Questo sistema non funziona. Se non si provvederà, saremo costretti a bloccare le verifiche. Chiederemo inoltre che l'Authority restituisca i 45 euro a macchina che pagavamo per entrare nella cinta portuale”. Motivi di incolumità, oltre al tempo che viene perso proprio in un momento di emergenza, devono spingere il terminalista, secondo Cabiati, a trovare soluzioni alternative assieme a tutti gli operatori che si muovono nel terminal: “O il servizio diventa continuo, o si sposta l'area di verifica, o costruiscano un sottopassaggio. Chiederemo un incontro per la prossima settimana, in modo da superare le polemiche e trovare un sistema che soddisfi tutti. Per il 2005, auspico che si possano affrontare tutti i problemi logistici che affliggono il porto”.


Alberto Ghiara