GENOVA  Incontro fra gli operatori del settore marittimo lunedì scorso a Genova in occasione del convegno avente per tema “La de Palacio 2: tra liberalizzazione e sicurezza” organizzato dall’associazione “Elm Europa – Liguria – Mediterraneo” patrocinata dall’europarlamentare genovese Marta Vincenzi.


Il workshop, nato con l’obiettivo di analizzare la proposta di direttiva sui servizi portuali, la cosiddetta “de Palacio 2”, ha avuto inizio con un primo intervento di Sergio Maria Carbone che ha illustrato l’impatto tecnico -giuridico della direttiva e con una breve analisi dell’avvocato Stefano Ferrando (collaboratore di Marta Vincenzi) sulle differenze tra la prima e la seconda proposta di direttiva. Il dibattito, moderato dal Maurizio Maresca, è poi proseguito con un’approfondita disamina dei problemi e delle prospettive posti dalla «de Palacio 2».


Tutti concordi nel ribadire l’esigenza di una direttiva per armonizzare e regolarizzare i codici di comportamento dei porti europei, ma d’accordo anche nell’affermare che la «de Palacio 2» ha molti, troppi limiti. «Una direttiva europea è necessaria – ha affermato Marta Vincenzi, membro della Commissione Trasporti e Turismo PE – ma deve servire soprattutto a superare il divario competitivo tra porti attraverso regole che riconoscano loro la forte connotazione pubblica e che non svalutino il ruolo dei servizi di interesse economico generale. Questo a salvaguardia della qualità dei servizi stessi per evitare di aprire le porte al dumping sociale».


Simili obiezioni anche da parte di Assologistica per cui, secondo le parole del suo vice presidente Nereo Marcucci «la de Palacio 2 è un provvedimento espressione di chi probabilmente non conosce a fondo le problematiche degli operatori portuali».
Massimo Ercolani, coordinatore settore porti Filt – Cgil, ha posto l’accento sui risvolti sociali della direttiva, evidenziando come al suo interno esistano contraddizioni da risolvere. Come Marta Vincenzi, anche Ercolani ha contestato aspramente l’articolo relativo all’autoproduzione che rischia di abbassare il livello di sicurezza in ambito portuale. Nel corso dell’incontro è nata la proposta, avanzata da Marta Vincenzi, di dare vita a Genova a un ripensamento di questa direttiva che non piace a nessuno: «Genova è storicamente la sede di moltissimo operatori marittimi – ha spiegato Marta Vincenzi – ed è anche sede della migliore giurisprudenza marittima a livello europeo. Ritengo che proprio da qui possano partire proposte per rivedere una direttiva necessaria ma, allo stato attuale, potenzialmente lesiva per il lavoro portuale».


I workshops di Elm proseguono il 20 maggio con l’incontro “Transhipment e nuovo ruolo dei porti del Mediterraneo sulle rotte tra Europa e Far East”.