Una delle minacce che suscitano maggiore apprensione in chi si occupa di security e terrorismo è quella relativa alle armi di distruzione di massa. La loro produzione, il loro commercio, il loro utilizzo sono costantemente monitorate dalle potenze dominanti, nel timore che in questa filiera possano inserirsi governi e organizzazioni che non rispondono o non sono assoggettate alle convenzioni internazionali sull'argomento.
Secondo l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Iaea), dal 1993 a oggi si sono avuti, da parte delle varie polizie del mondo, oltre 500 sequestri di materiale nucleare e radiologico. Nessuno di questi sequestri riguardava quantità di uranio arricchito e plutonio sufficienti a costruire ordigni atomici. Ma da più parti è stata rilevato come sia relativamente facile procurarsi materiale di questo tipo, soprattutto dopo la fine della “guerra fredda”. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, sono 1.300 i chilogrammi di uranio arricchito utilizzati in 27 Paesi per reattori nucleari destinati a scopi civili. A queste riserve vanno aggiunti gli agenti chimici. Una denuncia preoccupante arriva dall'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche: la distruzione delle armi di questo tipo, pur prevista dai trattati, sta avvenendo molto lentemente e ha riguardato finora solo 9.600 delle 70.000 tonnellate dichiarate dagli stati che ne sono in possesso.
Le Nazioni Unite stanno cercando di costruire un'area di sicurezza comune per rispondere alle possibili minacce portate da usi terroristici delle armi di distruzione di massa. Un'iniziativa importante è partita proprio dall'Italia, dalla città di Torino, che ospita la sede mondiale dell'Istituto Onu per la ricerca sul crimine e la giustizia (Unicri).
Il progetto, denominato “Rafforzamento della cooperazione internazionale per il contrasto al traffico di armi di distruzione di massa: traffici illeciti di materiale chimico, biologico, radiologico e nucleare”, è stato lanciato dall’Unicri e finanziato da Commissione Europea, Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo (fondazione bancaria di Torino) e Nuclear Threat Initiative (organizzazione privata presieduta dal fondatore della rete televisiva Cnn, Ted Turner). I dati che abbiamo citato sopra sono un primo risultato di questo progetto, il cui scopo è di rafforzare la capacità degli Stati nella prevenzione e contrasto del traffico illegale di armi di distruzione di massa, promuovere lo scambio d’informazioni e di know-how e favorire l’armonizzazione della normativa. Vi aderiscono, fra gli altri, l'Organizzazione mondiale delle dogane, l'Agenzia internazionale per l’energia atomica, la Commissione europea e l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche.