Ancora incerta la dinamica del naufragio di sabato

 

 

 

La situazione appare ora sotto controllo, ma il pericolo inquinamento non è ancora stato superato a la Spezia, dove sabato la nave cementiera Margaret è naufragata dopo l'impatto con la diga foranea a causa delle cattive condizioni metereologiche.

Le carte di bordo e la documentazione tecnica che descrive la struttura interna della nave sono state trovate dai sommozzatori della Guardia Costiera che ieri sono riusciti a immergersi all'interno del relitto. L'immersione però è stata forzatamente breve a causa di una nuova ondata di maltempo che si e' abbattuta sul golfo della Spezia. E la ricognizione dovrà essere ripetuta ancora.

 

Mentre proseguono le inchieste amministrative sulla proprietà della nave e sulla dinamica del naufragio, ancora non chiara, le navi della Castalia inviate dal Ministero dell'ambiente vigilano sulla chiazza di idrocarburi leggeri fuoriuscita dalle sentine di “Margaret” e sono pronte a intervenire nel caso si spacchino i quattro serbatoi contenenti diesel oil e carburante nel relitto.

 

Dal sopralluogo effettuato dai subacquei, sembra che la nave flotti contro gli scogli appoggiando soltanto le alette di prua. Questo è considerato pericoloso perché, con condizioni meteorologiche e marine difficili e in peggioramento, lo scafo potrebbe cedere. La situazione resta comunque sotto controllo, grazie ai speciali sistemi radar installati su nave Tito, in grado di segnalare qualsiasi minimo variare del tasso di inquinamento marino.

 

A oggi, il sistema Sea Dark registra la presenza di una chiazza di idrocarburi alta alcuni micron e volatile. Questo significa che in pochi giorni potrebbe disperdersi. Per quanto riguarda lo stillicidio di materiale oleoso proveniente dai tubi di compensazione delle casse di ritenuta, il sistema e' in grado di segnalare qualsiasi tipo di variazione di intensità.

 

“Margaret” non rappresenta una vera e propria bomba ecologica, ma la Capitaneria insiste per fare in fretta e toglierla da dove si trova. Mentre si aspetta che i subacquei possano completare la ricognizione, soprattutto per l'individuazione della falla e una prima valutazione delle condizioni dello scafo dopo l'urto con la diga foranea, i tecnici della Marina riusciranno a capire come operare: svuotare il bunker grazie ai supply vessel della Castalia e poi riportare in galleggiamento il relitto oppure tirare su la nave con un maxipontone con le casse piene di carburante. Una decisione che verrà presa soltanto dopo la ricognizione subacquea.

 

Gli interventi sulla nave incagliata, ha annunciato ieri l'assessore all'ambiente Cassini, saranno a carico del ministero dell'Ambiente. Domani la Regione chiederà al responsabile della protezione civile, Guido Bertolaso, lo stato di calamità.