Cantieristica, in Friuli un distretto tecnologico navale
 
TRIESTE – L'Italia chiederà il finanziamento europeo a fondo perduto del 20% del costo delle opere transfrontaliere del Corridoio 5, come il traforo del Frejus e il collegamento tra Trieste e la Slovenia. Lo ha annunciato il ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, intervenuto ieri a Trieste per partecipare ad un convegno. “Bisogna accelerare il più possibile – ha detto Lunardi – i tempi sugli investimenti. Se non avessimo fatto partire i lavori sulla Torino-Novara e la Padova-Mestre, probabilmente l'Unione europea non ci avrebbe concesso di valorizzare il Corridoio 5”. Secondo il ministro, “l'azione fatta dall'Italia per far partire subito le opere è stata la chiave di svolta per far partire tutto il sistema”.

Per quanto riguarda il collegamento fra Trieste e Lubiana, Lunardi ha precisato che “eventuali ulteriori collegamenti, come quello con il porto di Capodistria ipotizzato dal governo sloveno, possono rientrare agevolmente nel Corridoio 5. Con il cambio della Commissione europea – ha precisato – abbiamo perso cinque o sei mesi. Adesso l'importante è riattivare le procedure per la richiesta di finanziamenti”. Riguardo infine al ruolo di Trieste in questo nuovo sistema di collegamento, Lunardi ne ha sottolineato il ruolo di “hub portuale, un punto centrale nel sistema dell'Autostrada del mare, che è un disegno che vede impegnati tutti i paesi europei affacciati sul Mediterraneo e interessati ai grandi traffici navali. Bisognerà che le autorità locali lavorino intensamente e abbiano frequenti contatti con il governo e con le autorità slovene, per stringere i tempi”.

Lunardi è poi intervenuto sulle polemiche per i grandi collegamenti ferroviari che taglierebbero il capoluogo giuliano dall'Europa. “Il rilancio di Trieste in questo senso non è lontano”, ha detto il ministro. “Bisogna solamente lavorare perché questo avvenga. Trieste avrà sicuramente il Corridoio 5, ma avrà anche un hub portuale importante che vuol dire essere capolinea per le Autostrade del mare. Attività questa tutta a livello europeo e Trieste è stata inserita in questo grande disegno che vedono impegnati 45 paesi e ove il capoluogo giuliano avrà un posto di rilievo. In questo senso, anche le Ferrovie faranno la loro parte. Bisogna comunque avere pazienza perché sono disegni di grande respiro. In tutto questo è ovvio che Trieste potrà avere vantaggi più o meno immediati. Bisogna comunque lavorare affinché le amministrazioni locali accelerino i tempi al loro interno e poi avere contatti con i paesi confinanti per cercare di stringere questi tempi”.

Sul servizio ferroviario Trieste-Salisburgo inaugurato dall'Autorità portuale la scorsa settimana, Lunardi ha precisato che “è un'iniziativa importante. Noi cerchiamo di favorire quanto più possibile i traffici via ferrovia e via mare. Tutto ciò che si fa in questo senso ed in questa ottica è benvenuto ed il governo lo appoggia tanto che ci sono incentivi per l'intermodalità, ma bisogna che gli armatori si attrezzino con tutti i loro mezzi. In questo senso comunque vedo che c'è un grande movimento ed entusiasmo”.

Sempre ieri a Trieste si è svolto un primo incontro operativo, tra Regione e gruppo Fincantieri, mirato alla costituzione di un polo tecnologico navale in Friuli-Venezia Giulia. Anticipato in varie occasioni informali, ultima delle quali un convegno sull'innovazione svolto alcuni giorni fa a Trieste con il vicepresidente di Confindustria Pasquale Pistorio, il 'cantiere' del polo è da ieri ufficialmente aperto, anche se per arrivare alla sua concreta realizzazione – secondo quanto riferito dai partecipanti – ci vorrà ancora del tempo. Per ora, i soggetti coinvolti hanno ribadito il loro interesse, convocando un nuovo incontro per l'inizio di marzo, data entro la quale un gruppo di lavoro si è impegnato a redigere un documento, che rappresenti un'ipotesi concreta di organizzazione del distretto.