CATANIA Si è svolta nei giorni scorsi a Catania la 56° Assemblea generale della Federagenti, la Federazione degli agenti marittimi agenti aerei e mediatori marittimi che raggruppa 25 associazioni a cui aderiscono circa 600 aziende per un’occupazione diretta di oltre 8.000 addetti.

Nella sua relazione, il presidente nazionale Umberto Masucci ha evidenziato il grave momento dell’economia nazionale che si riflette in termini preoccupanti soprattutto sulla portualità. La scarsità di risorse disponibili non consentono, infatti, di poter competere con gli altri porti concorrenti d’Europa, sia del Nord sia del Mediterraneo e principalmente spagnoli che stanno rafforzando tutti le posizioni adeguando i loro porti ed infrastrutturandoli alle crescenti esigenze dei traffici e dei mercati. «La posizione dell’Italia in questo contesto – ha sottolineato Masucci – desta preoccupazione ed il nostro Paese rischia fortemente di essere escluso dalle grandi correnti di traffico internazionale che, a loro volta, stanno trovando nel Mediterraneo nuovi scali d’approdo».

Anche i dati di questi ultimi anni mostrano una crescita dei traffici portuali ad andamento lento. Mentre in Italia si marcia a ritmi di pochi punti percentuali in più, in Europa e nel Mediterraneo i concorrenti hanno una crescita superiore, anche a due cifre. «La grottesca vicenda del blocco dei fondi già stanziati per la infrastrutturazione dei porti pari a 1,5 miliardi di euro – ha detto Masucci – non è ancora stata risolta e ci preoccupa fortemente l’appello in tal senso rivolto dal Ministro Lunardi che ha denunciato esplicitamente le lungaggini burocratiche del Ministero dell’Economia».

Nella sua ampia relazione, Masucci si è soffermato sullo sviluppo delle flotte e delle concentrazioni armatoriali, sull’impatto della legge di riforma sulle attività ed a tal proposito ha ribadito che «ora bisogna guardare oltre, con scelte coraggiose e tempi rapidi per non perdere il treno della ripresa». Il fattore competitivo è stato il tema centrale della relazione del presidente: «Da ciò dipendono anche le certezze da dare ai clienti dei porti nazionali che, in prevalenza stranieri, hanno difficoltà a capire le lunghe attese per fare un investimento soprattutto se soggetto a condizionamenti ambientali. Da qui anche la nuova visione tra porti e città e l’impatto che avranno sulle attività i waterfront». A tal proposito, ha dichiarato Masucci, «bisogna trovare i giusti equilibri perché esigenze dei porti e delle città siano tutte compatibili con lo sviluppo».

Il ruolo degli agenti marittimi nella sfida portuale, dello shipping e dei nuovi mercati diventa, pertanto, centrale anche in considerazione che la categoria rappresenta la totalità dell’armamento estero e buona parte di quello nazionale. Gli agenti coprono circa il 75-80% dell’intero trasporto marittimo ed il movimento di valuta che transita tramite l’agente marittimo è stimabile in 6,2 miliardi di euro l’anno.