Il Forum sulla security che il Bic (Bureau International des containers et du transport intermodal) ha organizzato a Genova lo scorso 12 e 13 settembre si è concluso con un successo sia nella partecipazione sia nella qualità degli interventi. Il presidente del Cisco, Gianni Scerni, ha sottolineato come le esigenze del commercio si debbano conciliare con quelle della sicurezza dei trasporti: “Quello che sembrava solo un problema degli Stati Uniti – ha detto – si è rivelato tale anche per l'Unione europea e per tutto il mondo. Ci vorrà tempo per conciliare le esigenze di rapidità negli scambi commerciali con quelle della sicurezza, ma una soluzione va trovata. La tempestività, il just in time nello scambio commerciale deve essere salvaguardato”.
Alla fine della due giorni di intenso lavoro, il presidente del Bic, Michel Hennemand, ha espresso la sua soddisfazione: “L'obiettivo che ci eravamo prefissi – ha detto – è stato raggiunto. Le persone che in tutto il mondo si occupano del problema della security hanno potuto incontrarsi e mettersi reciprocamente a parte dei successi e degli insuccessi ottenuti”. Fra questi ultimi, Hennemand ha messo anche il C-Tpat, il protocollo delle dogane americane per cui la Cbp accorda maggiori facilitazioni a quelle imprese che dimostrano di seguire determinate procedure di sicurezza. Il presidente del Bic ha citato il suo omologo del World Shipping Council (Wsc), Christopher Koch, che rappresenta le compagnie marittime di linea ai tavoli politici internazionali. “Koch – ha ricordato Hennemand – ha scritto che il C-Tpat sta costando molti soldi e portando pochi risultati”.
Ma il presidente del Bic ha aggiunto che dal Forum sono emersi anche spunti positivi: “Nel campo delle tecnologie ci aspettiamo molte novità. Ho condiviso l'intervento di Chrisotph Seidelmann, quando ha detto che fare tag elettronici (microchips che viaggiano con la merce e la identificano, ndr) più semplici possibli è la cosa più saggia. Se mettiamo molte informazioni in questi chips, il cambamento di un singolo dato, come ad esempio il piano di trasporto, costringe a riprogrammare tutto il sistema. Occorre invece che la gran parte delle informazioni siano disposte altrove”.
Alla fine del Forum la conclusione di Hennemand è questa: “Restano tante cose da fare. Occorre approfittare del fatto che oggi si investe molto in sicurezza per spendere al meglio questi soldi, in maniera da ottenere risultati duraturi. Occorre approntare strumenti di prevenzione che migliorino in maniera definitiva la qualità della sicurezza”.
In particolare, secondo Hennemand, occorre muoversi in maniera omogenea su tutto il settore dei trasporti: “Non tutti i modi di trasporto sono trattati con la stessa attenzione quando si parla di security. Si punta molto sui container e meno sugli altri sistemi. E poi occorre effettuare un riequilibrio modale, con regolamenti che riguardino sia il trasporto terrestre sia quello marittimo”.