GENOVA «Non c’é Unione europea che tenga, le nomine dei presidenti delle Autorità portuali che il ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi ha avocato a sé con il decreto di fine anno sono e restano un blitz inaccettabile per le regioni italiane»: lo ha affermato l’assessore alle Infrastrutture, Trasporti e Porti della Regione Liguria Luigi Merlo lanciando un appello al Presidente Ciampi affinché non firmi il decreto.

 

L’assessore risponde ad una lettera dello stesso ministro, pubblicata dalla stampa dopo le polemiche sollevate contro il provvedimento che riserva al suo dicastero la nomina di 12 presidenti di Autorità portuali, tra cui Genova e La Spezia. Merlo definisce inaccettabile la risposta del ministro, una risposta, afferma, «priva di motivazioni plausibili, anzi fitta di contraddizioni». Quanto al decreto, secondo Merlo, è «di dubbia costituzionalità, tanto che il ministro, su questo punto, glissa brillantemente».

 

«Alle Regioni, alle Province e ai Comuni – dichiara l’assessore – non resta che appellarsi al Presidente della Repubblica affinché non apponga la firma sul decreto, forti delle nostre convinzioni e dei ripetuti pronunciamenti della Corte Costituzionale e del Consiglio di Stato».

 

«Pur non percorribili tout-court, le esperienze europee che funzionano – afferma l’assessore ligure – dimostrano come i porti crescano se svincolati da un eccesso di centralismo, se riescono a fondersi e a portare sviluppo e crescita economica ai loro territori. Questo non è localismo, ma una corretta visione delle politiche portuali».

 

«Nulla a che vedere con i presidente-podestà del decreto Lunardi. Dove c’é condivisione tra amministrazioni locali, i Comitati portuali, i presidenti, i porti funzionano, quando invece il presidente delle Autorità portuali sono frutto di contraddizioni, è la paralisi. Siamo di fronte a un provvedimento che umilia la portualità italiana, già abbandonata da questo governo. Quello che verrà dovrà lavorare molto, e in fretta, per ridare dignità a un settore vitale strategico per il Paese».

 

Entrando nel merito della lettera del ministro Lunardi, Merlo afferma di non trovare alcuna correlazione tra le esigenze dell’Unione europea e il provvedimento sulle nomine delle Autorità portuali.

 

Il decreto, sottolinea, «pur ugualmente non condivisibile, si sarebbe compreso se contestualmente il governo avesse riconosciuto alle 12 Autorità portuali l’autonomia finanziaria o finanziamenti speciali per il loro potenziamento o, ancora, se avesse privilegiato nelle scelte gli investimenti infrastrutturali collegati a questi scali, avesse esteso le aree doganali in aree extra-porto, potenziato le attività logistiche, individuato procedure accelerate per l’approvazione o la modifica dei Piani regolatori portuali».

 

«Il ministro Lunardi sa benissimo – continua Merlo – che alcuni dei dodici porti da lui “elevati di classe” rischiano il declino per il blocco delle risorse e quindi degli investimenti e non possono avere un adeguato tasso di crescita per i ritardi nella realizzazione delle infrastrutture. Ci sono porti che attendono da molti mesi l’approvazione dei Piani regolatori portuali da parte del ministero dei Beni Culturali».