A settembre 2006 si è riunito il Wsc (World Shipping Council) per discutere sugli ultimi aggiornamenti in campo di sicurezza marittima. Tra gli argomenti trattati si è parlato anche di tecnologia Rfid (Radio Frequency Identification) per sigilli e container. In particolare si è discusso di standard Iso per tali dispositivi e test condotti in ambito terminalistico.
Il gruppo di lavoro costituito per lo studio degli standard dei sigilli elettronici riunitosi lo scorso maggio concorda con le conclusioni derivanti dal cosiddetto “Tripartite Dialogue Meetings” che rappresenta un'occasione di incontro tra vettori marittimi, terminal portuali e sviluppatori di tecnologie Rfid. Dall'incontro risulta la necessità, peraltro riconosciuta all'unanimità, di avere sigilli elettronici in grado di lavorare sia a 433 MHz sia a 2.4 GHz.
Vettori marittimi e terminal portuali hanno ottenuto il benestare del gruppo di lavoro Iso per procedere, con la collaborazione di SAVI e WhereNet, all'organizzazione di una dimostrazione per testare le tecnologie basate sulle basse frequenze (Low Frequency – LF) proposte rispettivamente da SAVI e WhereNet. La dimostrazione contempla un possibile scenario di movimentazione di contenitori per mezzo di gru. L'utilizzo delle basse frequenze si rende necessario nel test perchè consentono la localizzazione precisa del contenitore ricercato.
Il ruolo del gruppo di lavoro Iso in questo test è stato di mediatore tra SAVI, WhereNet, vettori marittimi e terminal portuali interessati a partecipare al progetto. Il test con la tecnologia messa a disposizione da WhereNet si è svolto a fine luglio mentre il test con SAVI il 23 agosto scorso. Entrambi i test, che hanno avuto luogo nei terminal di Oakland sulla costa Ovest statunitense, hanno avuto risultati soddisfacenti.
I risultati finali dei test saranno presto sottoposti al Council che dovrà esprimere il suo voto. Assumendo che il ballottaggio sia iniziato a ottobre e che gli standard previsti saranno approvati, la produzione di sigilli elettronici secondo le caratteristiche dettate dal “Wsc Iso Rfid Working Group” potrà  iniziare per la fine dell'anno corrente.
Sempre nel corso della riunione indetta dal Wsc si è parlato anche di un'altra categoria di dispositivi basati sulla tecnologia Rfid. Sono i cosiddetti “Container Tags” installabili nei container.
Lo scorso maggio il “Wsc Iso Rfid Working Group” ha dato il permesso ai vettori marittimi di partecipare alla discussione per il settaggio degli standard Iso per cosiddetti “Container Tags”. L'obbiettivo principale è lo studio di un transponder puramente passivo da applicare ai container senza introdurre discussioni sulle possibili frequenze utilizzabili (al momento ci sono due frequenze prese in considerazione: 860 MHz e 2.4 GHz).
Accanto ai test sopracitati il consiglio ha deciso di interrogare vettori marittimi e terminal portuali sulle loro reali intenzioni di utilizzo dei cosiddetti “Container Tags”. Lo scopo di questa indagine è capire se la tecnologia passiva Rfid, che garantisce una lettura dei transponder a una breve distanza, sia realmente in grado di soddisfare le esigenze degli operatori. Dall'indagine si evince che l'utilizzo pensato per questi transponder potrebbe richiedere letture che vanno oltre il corto raggio di azione di un dispositivo passivo. Questo causa un discontinuo supporto del transponder passivo da parte dell'industria. La soluzione potrebbe essere un transponder attivo. Tale soluzione è tuttavia impraticabile finché sussiste il problema della fonte di energia richiesta dai transponder attivi per essere mantenuti attivi.