Il Safe Port Act ha compiuto un anno. Per celebrare l'evento, sia il Parlamento sia il Senato statunitensi hanno promosso una serie di interrogazioni per stilare un bilancio di quanto è stato e dovrà essere fatto. Tra gli altri erano presenti un rappresentante della Guardia costiera americana, un rappresentante del Tsa (Transportation security administration) e un rappresentante Cbp (Customs and Border Protection). Ne è emerso che oltre Oceano le iniziative per rafforzare le misure di sicurezza non si arrestano.

La testimonianza del Tsa ha riguardato principalmente le fasi di avvio del Twic (Transportation worker identification credential), un programma che identifica una serie di misure restrittive sull'individuo per garantire maggiormente la sicurezza di aree sensibili (vascelli, porti, terminal, etc).

La Guarda costiera, tra le altre cose, ha menzionato la pubblicazione di una proposta di legge per il tracciamento a lungo raggio delle navi in entrata.

Il Cbp ha fatto il punto sulla situazione delle iniziative già in corso (CSI – Container Security Initiative, SFI – Secure Freight Initiative, 100% scanning) sottolineando che circa l'85% dei container importati negli Stati Uniti arriva dai 58 porti che aderiscono al Csi.