Intervistato dal programma “Fahreneit” di Radiotre, in occasione del settimo anniversario dell'11 settembre, il professor Massimo Teodori ha notato come il problema della sicurezza non abbia, nella campagna elettorale in corso negli Stati Uniti, la stessa importanza che avrebbe avuto un anno fa. Gli americani sono oggi maggiormente preoccupati dalla crisi economica. Tuttavia Teodori ha precisato che nel 2001 si è aperta un'epoca e che la sicurezza rimane una delle priorità nelle agende politiche. Ma quale sicurezza?
Se la crisi economica non potrà essere superata senza che sia diffuso anche un senso di sicurezza, è pure vero che un eccesso di sicurezza, o meglio quello che la senatrice repubblicana del Maine, Susan Collins, chiama “un falso senso di sicurezza”, può strangolare la ripresa, non solo negli Stati Uniti. Due notizie vengono adesso a ricordarci che questo tema, almeno nel campo dei trasporti, non può essere affrontato unilateralmente, ossia da un solo paese e da una solo punto di vista. Il paese che ha guidato finora la corsa a una maggiore sicurezza, anche a causa di scarsa iniziativa da parte dei suoi interlocutori europei, sono appunto gli Stati Uniti. Il punto di vista è spesso solo quello dei tecnici in materia di sicurezza, che è un tema certamente delicato e che richiede grandi competenze, ma che riguarda anche gli operatori della logistica e non può funzionare senza il loro contributo.
La prima notizia arriva da Singapore, dove è stato sospeso l'esperimento per la scansione del 100% dei container destinati agli Stati Uniti. Il secondo è uno studio che l'Università francese di Le Havre ha compiuto per l'Organizzazione mondiale delle dogane (Wco). L'obiettivo era verificare le conseguenze macro e micro economiche della legge sulla scansione del 100% dei container in entrata negli Stati Uniti. Le conclusioni sono negative: la legge appare ispirata non solo da motivi di salvaguardia della popolazione, ma anche da intenti di protezionismo economico. Inoltre i rischi e i costi dei controlli, che devono avvenire nei porti di partenza, vengono scaricati sui paesi partner commerciali, senza nessuna effettiva compensazione.
Sono conclusioni che vanno ad aggiungersi al rapporto, questa volta di provenienza statunitense, del Government accountability office (Gao), di cui il Journal of security ha dato conto nello scorso numero e che era anch'esso molto scettico sulla fattibilità di un programma di scannerizzazione così ampio.