Fra i porti italiani che hanno ricevuto i maggiori contributi per rafforzare le misure di sicurezza sulle banchine ci sono quelli di Trieste, Livorno e Gioia Tauro. “I 7 milioni di euro stanziati nel 2004 dal governo per il porto di Trieste – ci spiegano dal settore security dell’autorità portuale giuliana – hanno contribuito ad adeguare la viabilità stradale dell’area portuale, potenziare la rete telematica, potenziare le strutture di accesso, miglioramento dei sistemi di comunicazione e sicurezza”. Una parte delle risorse erogate ha inoltre finanziato studi, progetti e relazioni volti all’analisi del territorio. Dall’autorità portuale di Livorno, il responsabile alla sicurezza, Massimo Vivaldi, spiega che i 7 milioni di euro stanziati per il porto toscano sono stati impiegati per la realizzazione di recinzioni, per un rinnovamento dell’illuminazione, per l’istallazione di videosorveglianza e di nuovi impianti di controllo agli accessi. I fondi stanziati nel 2004 non sono stati impiegati interamente. Più articolato il progetto del porto di Gioia Tauro, sviluppato in due fasi. La prima, mirata alla realizzazione fisica dell’impianto di sicurezza, è servita a provvedere a una doppia recinzione, all’installazione di un sonar sottomarino, di telecamere, di un sistema di controllo accessi e di una rete in fibra ottica. La seconda fase, tuttora in corso di realizzazione, ha lo scopo di costituire la ‘componente intelligente’ del sistema stesso; si stanno cioè realizzando sottosistemi che effettuano il riconoscimento degli operatori, delle targhe automobilistiche e delle sigle dei container; questa componente intelligente gestirà anche la memorizzazione dei dati tramite un database, oltre alla funzionalità stessa dei dispositivi di controllo.

Francesco Oliva