Grandi movimenti, venerdì scorso, nei corridoi di Palazzo San Giorgio: avanti e indietro negli uffici dell’Autorità portuale, il presidente Luigi Merlo e il segretario Giambattista D’Aste hanno limato gli ultimi particolari sino a tardo pomeriggio. Poi sono partiti i faldoni indirizzati ai membri del Comitato portuale: imprenditori, sindacati, istituzioni conoscono ora il testi dei bandi di gara per il Multipurpose, Sesto modulo di Voltri e manovre ferroviarie. Sono i primi tre di una serie di gare che si arricchirà, nei prossimi mesi, anche della nuova Darsena e Calata Bettolo. E che sono destinati a cambiare la geografia del potere sui moli genovesi.

 

Merlo ha voluto sparigliare le carte. I testi su cui venerdì prossimo il Comitato voterà contengono almeno una grande novità che cambia le carte in tavola della competizione. Meglio, le carte che i potenziali interessati pensavano fossero distribuite. È spuntato infatti un nuovo pezzo di porto nel cuore di Sampierdarena: per ottenere la concessione del Multipurpose non basterà infatti garantire traffici e lavoro sui moli. Conterà anche, tra i criteri di scelta, l’impegno a portare avanti i lavori per creare un nuovo piazzale riempiendo lo specchio acqueo tra Ponte Canepa e Libia. L’Autorità portuale si impegna, da parte sua, a fare i lavori tra Ronco e Canepa. Se un soggetto privato assicurerà di occuparsi anche del Canepa-Libia, nascerà un nuovo grande terminal container da 350.000-360.000 teu. Cambia la scala della competizione, urgono sfidanti dalle spalle solide, in grado di garantire capacità di investimento e traffici.

 

«È la prima volta che nei porti italiani si inaugura un meccanismo simile, il progetto del Canepa-Libia era nel Piano regolatore del 2001, ma non ci sono mai stati i fondi per portarlo avanti» spiega, in serata Merlo.

Ci sono altre ragioni che rendono questo bando speciale, come la clausola salva-ricorsi. Quelle che si mettono a gara sono aree sequestrate dalla magistratura. Cosa succederà se, al termine dei tre gradi di giudizio del processo che si avvierà a breve, venisse fuori che nessun reato è stato compiuto e che l’assegnazione al gruppo Messina, Tirrenia, Terminal San Giorgio, Spinelli e Clerici era perfettamente regolare? Il bando – che prevede una concessione di 35 anni, abbastanza da rendere conveniente mettere in cantiere grandi progetti – parla in questo caso di “rilascio anticipato” delle aree. È un’ipotesi che potrebbe mettere in fuga qualche concorrente. Ma inevitabile per evitare all’Autorità una raffica di ricorsi e contestazioni. «Nulla sarà dovuto» in caso di obbligo a sgomberare per fare spazio ai vecchi concessionari, specifica il bando che dovrebbe così “blindare” le casse di Palazzo San Giorgio da richieste danni.

 

In gara, venerdì, andrà anche il sesto modulo di Voltri: si può ottenere in concessione l’area come nuovo terminal ma anche come estensione dei primi cinque moduli di Voltri. Una possibilità che è facile pensare Psa non si lascerà sfuggire. Infine le manovre ferroviarie con la previsione di un ribasso delle tariffe rispetto ai livelli attuali del 18% per le tradotte e 12% per i carri sfusi. Obbligo, per il nuovo soggetto, di garantire i 109 posti di lavoro di Ferport. «Bene, ora analizzeremo le gare per i terminal» spiega Giacomo Santoro, Cgil. Anche lì c’è il nodo occupazionale di chi lavora sul Multipurpose e potrebbe essere costretto a lasciare se le aree verranno assegnate ad altri soggetti rispetto agli attuali: anche su questo, nei prossimi giorni, si cercherà una soluzione di garanzia sociale. Ma ora il primo ostacolo è il voto del Comitato: scontato il sì se, come pare, sono favorevoli sindacati e istituzioni. Ma sarà importante anche il voto degli imprenditori per capire che aria tira sui moli.

 

(da: lavvisatoremarittimo.it del 08.09.2009)