Il “cold ironing” o fornitura elettrica delle navi da terra sarà realtà entro due anni sulle banchine genovesi. Lo hanno promesso ieri il presidente dell’Autorità portuale, Luigi Merlo, e il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando. Il progetto, che dovrebbe ridurre le emissioni inquinanti delle navi in sosta, riguarderà in un primo momento, dal 2012, i bacini di carenaggio e l’area delle riparazioni navali. Il costo sarà di 14,8 milioni di euro ed è finanziato da ministero per l’Ambiente (8,5 milioni), Regione Liguria (5 milioni) e Autorità portuale (1,3 milioni). Appena raggiunta l’intesa Stato-Regione per l’approvazione urbanistico-territoriale delle sottostazioni elettriche che dovranno essere impiantate, si partirà con la gara.

 

Quando sarà a regime, l’alimentazione da terra permetterà, secondo i calcoli dell’Autorità portuale, di ridurre di oltre il 30% le emissioni di CO2 e di più del 95% di quelle di ossidi di azoto e percolato, abbattendo anche l’inquinamento acustico.Il sistema detto “cold ironing” permette di alimentare da terra le navi, che potranno così spegnere i motori durante le soste in porto. Il termine inglese si riferisce proprio alla possibilità di raffreddare i motori. Si tratta di una tecnica già utilizzata dalle navi militari, ma che finora comportava qualche problema per quelle mercantili. Il passaggio dell’alimentazione dal gruppo elettrogeno a bordo alla rete a terra richiede infatti un certo tempo, finora incompatibile con le esigenze di rapidità delle attività commerciali, mentre le navi della Marina passano anche lunghi periodi ormeggiate.

 

Non è un caso se l’esperimento genovese, che si propone come apripista a livello nazionale, comincerà dal settore delle riparazioni navali. Qui infatti le navi sostano per molti giorni, anche per settimane, rendendo irrilevante il tempo perduto per l’aggancio alla nuova rete. I tecnici dell’Autorità portuale confidano di fare tesoro di questa esperienza per accelerare le operazioni di aggancio e estendere il “cold ironing” anche alle navi passeggeri.«Pensiamo – ha detto l’assessore regionale all’Ambiente, Franco Zunino – di estendere il servizio all’intero porto e agli altri porti liguri. L’8% dell’inquinamento dell’aria nella nostra regione è dovuto all’attività dei porti. Si capisce quindi quanto è importante abbattere le emissioni delle navi».

 

Luigi Merlo ha ricordato che un primo passo in questo senso è stato fatto a dicembre, con l’accordo con Msc per l’utilizzo da parte della compagnia partenopea di carburanti a ridotto impatto ambientale. Merlo ha anche sottolineato come l’investimento per la connessione da terra delle navi rientra nel piano di rilancio della navalmeccanica genovese: «Con la Regione abbiamo deciso che nel medio periodo le riparazioni navali rimarranno dove sono adesso. Ieri in comitato portuale abbiamo deciso la copertura dei bacini 1 e 2 e in programma ci sono investimenti per 100 milioni di euro, compreso il sesto bacino».

 

Il progetto di alimentazione genovese prevede l’aggancio alla rete Enel delle navi in lavorazione ai bacini, attraverso sottocabine elettriche che, oltre a mantenere la potenza erogata, per alcuni tipi di traghetto dovranno convertire da 60 a 50 Hz la frequenza della corrente erogata. I riparatori genovesi lavorano in buona parte con navi passeggeri, da crociera o traghetti. Secondo il direttore tecnico dell’Autorità portuale, Andrea Pieracci, non ci saranno aggravi di spesa per gli armatori: «Le navi da crociera e tutte le navi più moderne sono predisposte all’allaccio, perché questo sistema è già utilizzato in America».

 

(da: lavvisatoremarittimo.it del 27.02.2010)