I maggiori porti di transhipment italiani hanno deciso di fare squadra. È nata «Imeta» l’Associazione italiana dei porti di transhipment del Mediterraneo che unisce gli scali di Cagliari, Gioia Tauro e Taranto.

 

«L’obiettivo – spiega l’Autorità portuale di Gioia Tauro con un comunicato – è quello di mantenere e promuovere nel tempo la propria leadership nel circuito dei traffici internazionali del Mediterraneo, attraverso un sistema di offerta integrata».

 

L’intento di Giovanni Grimaldi, presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, di Paolo Fadda presidente dell’Autorità portuale di Cagliari e di Salvatore Giuffrè commissario dell’Autorità portuale di Taranto, spiega il documento «è quello di mettere in campo, anche per il futuro, azioni comuni per definire una posizione stabile che faccia sentire la propria voce alle istituzioni e, di conseguenza, al mercato».

 

Dalla lettura dello statuto, tra le finalità, emerge la volontà istitutiva «di lavorare insieme per il potenziamento dell’offerta portuale hub del transhipment nazionale in forma organica ed integrata fra i 3 porti». Partendo dall’analisi dettagliata dell’evoluzione del mercato e dell’emergere di una nuova agguerrita offerta, rappresentata dagli scali del Nord Africa, i porti di Gioia Tauro, Cagliari e Taranto «riconoscono la necessità di agire per il potenziamento integrato dell’offerta portuale.

 

Tra le azioni mirate a perseguire questo obiettivo sono state previste una serie programmatica di operazioni comuni. Tra queste vi è l’aggiornamento periodico a livello internazionale dell’evoluzione dei traffici e dell’organizzazione dell’offerta portuale e marittima. Non potrà mancare l’analisi delle possibili forme di organizzazione gestionale degli scali dei 3 porti in forma integrata».

 

Principale interlocutore dell’Associazione, oltre Assoporti, sarà il governo nazionale «al quale – è spiegato – saranno richieste azioni specifiche che facciano assumere e mantenere ai 3 porti il loro naturale ruolo di piattaforma logistica strategica nell’evoluzione del transhipment del Mediterraneo.

 

Si lavorerà, altresì, per ottenere dal governo la rimozione dei vincoli e delle criticità infrastrutturali che rallentano lo sviluppo della portualità dei 3 hub». Per poter ottenere tutto questo, Imeta «svilupperà iniziative comuni, indirizzate al Governo e ad altri Enti, per stimolare la semplificazione e l’armonizzazione dei regolamenti, dei tempi e delle procedure che regolano le operazioni nei porti, incluse quelle doganali, sanitarie e tariffarie, nonchè tutte le procedure relative alle navi ed alle merci coinvolte nel trasporto attraverso i porti.

 

Naturalmente, si terrà conto della specifica legislazione internazionale e nazionale relative ai porti franchi e alle zone franche».

 

(da: lavvisatoremarittimo.it del 05.04.2010)