Porto, università, infrastrutture, commercio: sono questi i settori dai quali partire per rilanciare Cagliari e la provincia. Ne sono convinti i segretari territoriali di Cgil-Cisl-Uil che hanno esposto i loro progetti nella tradizionale conferenza stampa unitaria d’inizio d’anno. Secondo i sindacati confederali, non bisogna «nascondersi i problemi o fare catastrofismi, ma per evitare il progressivo scivolamento che sta coinvolgendo realtà fino a poco tempo fa in salute».

 

Per il segretario territoriale della Cgil, Nicola Marongiu, «gli indicatori economici evidenziano una crescita del numero delle famiglie che non hanno sufficiente capacità di reddito per bisogni di carattere essenziale. Settori come quello manifatturiero o delle costruzioni sono in forte crisi. Persino le aziende di call center sono in sofferenza, con ritardi dei pagamenti (Omnia, VOL2) o rischio di contrazione delle attivita’ (Telecare Sky).

 

Sul fronte delle infrastrutture siamo 30 punti indietro rispetto alla media nazionale e nell’immobilismo da parte delle istituzioni». «La crisi a Cagliari c’è come nelle altre aree della Sardegna – ha spiegato Fabrizio Carta (Cisl) – il sindaco del capoluogo dovrebbe essere più deciso nella difesa del territorio e nell’iniziativa di rilancio: la città scommetta di più sulla propria identità e scelga cosa vuole essere».

 

Il territorio deve ripartire dai settori che mostrano maggiore dinamismo quali porto, università, infrastrutture, commercio: «Si tratta di settori con grandi potenzialità – hanno sottolineato Terenzio Calledda (Uil), Fabrizio Carta (Cisl e Nicola Marongiu (Cgil) – Cagliari poi, ha un’importante area vasta dotata di reti e servizi, è sede di università e di centri direzionali, poli sanitari di eccellenza, due aree industriali attrezzate e con la presenza di multinazionali nel settore petrolchimico.

 

Ha un patrimonio culturale, architettonico e ambientale di pregio, uno sviluppo costiero significativo, assenza di crimine organizzata». Cgil-Cisl-Uil, hanno annunciato che nelle prossime settimane partirà una campagna sulla contrattazione sociale e territoriale, sulla base del protocollo sottoscritto a novembre con l’Anci e l’Ups.

 

«Occorre – hanno detto i segretari territoriali di Cgil-Cisl-Uil – ridurre le distanze tra cittadini e amministrazioni, in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando. La prima risposta al disagio sociale deve arrivare dai comuni. E con i comuni faremo la battaglia per difendere i piani personalizzati (la legge 162 di assistenza ai disabili gravi), dopo le modifiche approvate dalla Regione».

 

(da: lavvisatoremarittimo del 07.01.2010)