Le navi di Costa Crociere hanno portato quest’anno circa
quattro milioni di crocieristi, il 50% in più del 2010. Il dato è stato
annunciato dalla compagnia italiana in occasione dell'Italian Cruise Day di
Venezia. Nel corso del 2011, le navi della flotta Costa, tutte battenti
bandiera italiana, hanno toccato 22 porti nazionali, per circa 900 scali,
contribuendo per più di un terzo del totale dei crocieristi movimentati nei
porti italiani. “Nonostante lo scenario economico non sia dei più
favorevoli – ha commentato Gianni Onorato, direttore generale di Costa Crociere
– l'industria delle crociere continua a crescere e ad offrire un contributo
importante in termini di ricchezza prodotta e occupazione. Essendo la compagnia
numero uno in Italia e in Europa, abbiamo generato un impatto economico diretto
e indiretto sul territorio nazionale pari a 2,2 miliardi di euro e ci siamo
confermati per il secondo anno consecutivo tra le dieci aziende italiane più
profittevoli”. Per quanto riguarda Venezia, Costa Crociere ha ottenuto un
incremento significativo della sua presenza con circa 111 scali e 600.000
passeggeri movimentati (+25% rispetto al 2010), equivalenti a quasi il 40% del
traffico crociere dell'intero scalo veneziano. L'impatto economico diretto
generato sul territorio veneto è stato pari a 135 milioni di euro, ponendo la
regione al terzo posto tra le più valorizzate da Costa Crociere, dopo Liguria e
Lombardia. Prendendo in considerazione la parte di spesa diretta che ricade sui
porti, il porto più valorizzato nel 2010 è stato proprio quello di Venezia (10,3
milioni di euro), seguito da Savona (5,5 milioni), Civitavecchia (4,3 milioni)
e Napoli (2,2). Nel suo intervento l’amministratore delegato di MSC Crociere, Domenico Pellegrino, ha sottolineato come in
Italia siano troppi i porti con vocazione crocieristica. “La totale assenza di
una regia che organizzi le infrastrutture e la logistica degli sbarchi” ha
detto – potrà solo peggiorare le cose. Il rischio è quello di perdere
competitività in un settore su cui il nostro paese può vantare attualmente una
leadership europea. L’Italia, ha sottolineato Pellegrino, “è il principale
paese d’imbarco del Mediterraneo, ma se vuole restare protagonista deve avviare
subito una politica seria di ammodernamento delle infrastrutture a livello
nazionale, superando la mentalità provincialistica che ha portato oggi alla
creazione di oltre 60 porti con una vocazione crocieristica. Pochi però sono
oggi davvero competitivi a livello internazionale, mentre al contrario spesso
chiedono alle compagnie prezzi fuori mercato a fronte di servizi inadeguati”.
“Non è pensabile – afferma Pellegrino – riuscire a tenere il passo dei volumi
di crescita del settore crocieristico senza istituire una cabina di regia a
livello nazionale, in quanto i costi operativi di un numero così elevato di
porti sono ormai insostenibili. Già adesso, ad esempio, molti porti italiani
non sono neanche in grado di accogliere le grandi navi da crociera di ultima
generazione e la ragione principale risiede nel fatto che le risorse economiche
vengono inevitabilmente disperse per gestire questa eccessiva frammentazione.
Il viaggio in crociera inizia e termina a terra, quindi è fondamentale che le
infrastrutture garantiscano ai passeggeri imbarcanti, sbarcanti e in transito
gli stessi comfort offerti a bordo delle navi. Altrimenti le compagnie saranno
costrette a scegliere altre destinazioni più competitive”.