La Commissione europea ha proposto agli Stati membri di aderire
al protocollo della Convenzione di Barcellona contro l'inquinamento provocato
da attività di esplorazione e sfruttamento offshore. Il protocollo richiede una
serie di condizioni prima che le attività possano partire. In particolare, la
costruzione di piattaforme e impianti deve rispettare standard e pratiche internazionali
e le imprese devono provare di avere le competenze tecniche e le capacità
finanziarie per poter operare. Non saranno date autorizzazioni se le attività
possono provocare danni all'ambiente e la collocazione degli impianti deve
assicurare di evitare danni a cavi e gasdotti esistenti. Il protocollo prevede
criteri dì responsabilità e compensazione da parte delle imprese. Alla
Convenzione di Barcellona hanno aderito Italia, Grecia, Spagna, Francia,
Slovenia, Malta e Cipro, insieme ad altri 14 paesi del Mediterraneo che non
fanno parte dell'Unione Europea.