A seguito dell’audizione alla Commissione Trasporti della Camera, Riccardo Fuochi, Presidente Confapi Trasporti che all’uscita da Montecitorio ha dichiarato: “Abbiamo fatto presente che la situazione italiana del trasporto ferroviario delle merci ha registrato nel biennio 2009-2010 una preoccupante flessione di circa il 38%. Le motivazioni, ormai note ai più sono: la crisi strutturale del sistema ferroviario e la politica di dismissione di RFI e Trenitalia Cargo. A tutto ciò si sono aggiunti altri provvedimenti che hanno aggravato la situazione (Direttiva del Presidente del Consiglio 7 luglio 2009 e proibizione da parte di RFI di effettuare traffico diffuso in ferro cisterne dal 1/04/2010, l’emanazione di nuove regole per la manutenzione dei carri). Abbiamo poi evidenziato come in Italia attualmente non esista una politica finalizzata ad incentivare un rilancio del trasporto ferroviario merci ed a definire regole certe e semplici che consentano di programmare per il futuro azioni incisive per permettere al Sistema Paese di sfruttare adeguatamente il sistema, considerato che la conversione modale è una delle opzioni cardine della politica dell’ Unione Europea per il futuro. Sul tema RFI, quest’ultima dovrebbe consentire l’ingresso sul mercato ad altri operatori e pertanto sarebbero opportuni provvedimenti che privilegino metodologie semplici ed applicabili per permettere un massiccio utilizzo dell’infrastruttura ferroviaria mentre ciò non accade: ne è un esempio il Prospetto Informativo Rete del 2001, che obbliga ogni impresa ferroviaria a dotarsi di locomotive di soccorso nei nodi delle linee. Questo provvedimento è a nostro parere un aggravio di costi eccessivo per le singole imprese e potrebbe portarle ad abbandonare il servizio, inoltre a nostro parere quest’onere dovrebbe essere in capo a RFI e non alle singole imprese”. Confapi chiede quindi che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: intervenga più incisivamente nella materia al fine di definire un contesto di regole chiare e funzionali che permettano agli operatori privati di poter svolgere l’attività loro consona sostituendo Trenitalia laddove questa non intenda o non possa continuare ad erogare il servizio, vigili sull’utilizzo delle risorse oggi in dotazione a Trenitalia: decine e decine di locomotori (ed anche carri), in precedenza utilizzati per il Cargo, sono fermi ed inutilizzati in diversi scali; il capitale negli anni viene così destinato ad un inevitabile spreco, quando invece potrebbe ancora essere concesso in locazione alle nuove imprese ferroviarie italiane e contribuire così concretamente sia alle casse statali che a sostegno di una vera politica di liberalizzazione capace di rivitalizzare il trasporto ferroviario italiano. Le proposte Confapi per un rilancio significativo del trasporto ferroviario merci sono: Contratto di servizio affinché Trenitalia ripristini il traffico diffuso diretto sia ai raccordi delle industrie sia alle officine per la riparazione/manutenzione dei carri; Atti regolativi affinché le prestazioni di traffico diffuso siano effettuate da Trenitalia in una logica commerciale e non, come avviene attualmente, con aumenti di tariffa imposti che in alcuni casi arrivano al 400%; Recepimento della COTIF (convenzione internazionale via ferrovia emanata dall’OTIF) sollecitando gli organismi preposti ad un’assunzione di responsabilità rispetto alle criticità del sistema per la sua mancata applicazione; Garanzia da parte di Trenitalia, nelle more dell’entrata in vigore della Cotif e della regola europea ECM, della continuità in sicurezza della circolazione dei carri (collaudi dopo manutenzione/revisione, ammissione tecnica, ecc.); Riapertura – attraverso contratto di servizio o affidamento a RFI delle OMV; Richiamo a RFI affinché non dismetta o disabiliti gli scali merci; Incentivi all’utilizzo dei raccordi ferroviari. (Da Maritime Transport Daily Newsletter)