Nei prossimi sei anni la
Marina militare disarmerà 28 navi della propria flotta, che sono giunte al
termine della loro vita operativa e che in gran parte non verranno rimpiazzate
perché “con il bilancio ordinario questo non è possibile”. Lo ha
dichiarato il capo di Stato maggiore della Marina Militare, Luigi Binelli
Mantelli. L'ammiraglio non è preoccupato tanto da questo dimagrimento della
forza, che rientra nella più complessiva e “condivisibile”
riconfigurazione dello strumento militare, quanto dall'eventuale mancato
ammodernamento del resto della flotta. “I tagli incidono soprattutto sui
programmi di investimento, che verranno in parte ridotti e in parte dilazionati
nel tempo, con la conseguenza che dovremo spalmare il ricambio generazionale in
un periodo più lungo di quello previsto, accettando qualche gap in termini di
capacità”. Ma il gap sarebbe “molto grave”, dice l'ammiraglio,
se ci dovesse essere uno stop al piano di ammodernamento delle fregate, che
costituiscono la spina dorsale della squadra navale. Delle dieci nuove fregate
Fremm (la “soglia minima”) finora ne sono state finanziate in tutto o
in parte solo sei, ma Binelli Mantelli è ottimista: “Il programma sta
andando avanti speditamente e nessuno ancora ci ha detto che non verrà
completato”.