L’anno nautico 2011-2012 ha segna un’ulteriore flessione del mercato interno, sceso sotto il 20% del fatturato totale rispetto all’esercizio precedente. Ma è cresciuto l’export: lo ha detto il presidente di Ucina, Anton Francesco Albertoni. ”E’ aumentata la sproporzione verso il mercato estero, che va ad attestarsi intorno all’85% del fatturato – ha precisato. Da un lato è una soddisfazione, ma dall’altro va detto che se in Italia le barche non si vendono non è solo a causa della crisi. In Italia questo settore è stato vessato da una vera e propria ‘caccia alle streghe’ che colpisce i possessori di barche”. Secondo Albertoni, ”l’unico strumento che può riportare giustizia è il redditometro. Oggi i parametri sono dieci volte più punitivi nei confronti delle barche, a parità di spesa rispetto ad altri beni non di prima necessità. E’ importante quindi che venga equiparato”. Reduce dal ”Festival de la Plaisance” di Cannes, la prima vetrina internazionale della nautica che ha inaugurato la serie dei Saloni autunnali, a cui seguono Montecarlo e Genova, Albertoni ha sottolineato che per le aziende italiane, presenti con il 60% delle barche esposte, ”non è andata male”. ”Anche lì si è avuta la conferma che i clienti arrivano sempre più dai mercati emergenti quali il Sud America e la Russia”.