Articolo realizzato da Redivo SAS – Riproduzione  riservata
La scorsa settimana l’associazione Wista Italia ed il Comando Generale delle Capitanerie hanno organizzato a Roma un convegno dal titolo  “Maritime Labour Convention 2006 (MLC2006) : un profondo cambiamento nel mondo marittimo”.  Dopo i saluti della Presidente Wista Daniela Fara, del Comandante Generale delle Capitanerie di Porto Felicio Angrisano e del Dott. Enrico Pujia, Direttore Generale Trasporto Marittimo, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il convegno ha visto il succedersi di relatori di prestigio internazionale, dando al pubblico presente un punto di vista completo sulla situazione della MLC2006 nel mondo ed in Italia. L’evento è stato sponsorizzato da Sirius Ship Management di Genova , prima Manning Agency in Italia ad essere certificata MLC2006, dalla d’Amico di Navigazione e dalla DPS online che si è occupata dell’organizzazione della Genoa Shipping Week a settembre 2013.  I lavori sono stati aperti da Cleopatra Doumbia-Henry Director of the International Labour Standards Department of the ILO Geneve, che ha sottolineato la nascita della MLC2006 come un’esigenza di avere un’unica carta di diritti e doveri per il lavoro marittimo capace di coprire salute, protezione sociale, condizioni di lavoro e di dare ascolto ai marittimi a bordo delle navi della flotta mondiale. La stesura ha comportato il contributo delle tre parti interessate, ossia : governo, lavoratori e datori di lavoro proprio per avere uno strumento condiviso che è stato possibile raggiungere con 5 anni di consultazioni e varie stesure di quello che oggi rappresenta un codice unico e globale. L’ILO ha sviluppato con la MLC2006 anche un importante aspetto: la certificazione di “quality shipping”.  Tra le varie criticità che saranno argomento delle prossime discussioni del comitato tripartitico incaricato di redigere ed aggiornare la MLC2006 c’è quella relativa all’abbandono, generato ancora troppo spesso dall’insolvenza di armatori che, soprattutto nel periodo di crisi, si trovano in difficoltà e non possono far fronte agli obblighi contratti verso i marittimi. La MLC2006 non solo ha portato una regolamentazione dei termini di lavoro marittimo ed una maggiore sicurezza per i lavoratori anche in quei casi di estrema difficoltà, ma ha aiutato a mettere le basi per un migliore mercato, considerando che la miglior qualità di vita e di trattamento del lavoratore, porta anche al miglioramento del mercato nel quale deve essere garantita anche per gli armatori  una giusta ed equa competizione. Nel prossimo anno il comitato affronterà argomenti in divenire come l’abbandono di marittimi/copertura per garanzia di rimpatrio, la difficoltà di quei Paesi che non sono ancora in grado di adeguarsi per limiti di normative nazionali (e non è il caso dell’Italia), le medical examinations, social protection e la specializzazione dei marittimi (training) ed anche per chi deve operare nel settore;  degno di nota è il fatto che proprio in Italia, a Torino, sia nato il primo Training Center ILO che porta avanti proprio questa logica di “train to trainer”, ossia formare formatori per il futuro (è previsto anche un corso per ‘manning agent’). L’intervento di Greg Triantafillou, Chairman di IMEC-International Maritime Employers’ Council ha dato una visione generale della logica internazionale di IMEC, un’associazione di Ship Managers che applicano un contratto collettivo standard; da notare che ogni membro viene “supportato” da altri membri perché sia dato accesso solo a chi condivide le logiche di base che garantiscono una “fair competition”, solo armatori “fidati ed affidabili”.  La MLC coinvolge le autorità di bandiera, che sono chiamate a certificare e verificare; un contratto collettivo applicato come quello di IMEC (IBF) garantisce armatore o ship manager e lavoratore perché  la “green card” rilasciata alle navi c  permette di avere meno ispezioni, partendo già da condizioni di base che sono “garantite” a monte. Remo di Fiore, rappresentante dei sindacati ITF, ha parlato dell’azione sindacale sempre e comunque volta a garantire al marittimo ben più del “minimo”, quindi del dialogo aperto e sempre fondato su un confronto costruttivo sia con l’armamento nazionale che con quello internazionale. Cinzia Voso, della Direzione Generale Trasporto Marittimo del Ministero, ha fatto un discorso complementare con quello del Comandante Nerio Busdraghi,  responsabile del Personale Marittimo del Comando Generale, evidenziando che da una gap analisi fatta prima della ratifica della MLC2006, era emerso che l’Italia non avrebbe avuto grandi difficoltà a mettere in pratica quanto previsto dalla MLC2006 se non adeguando i propri strumenti nella forma. L’importanza della MLC2006 nello shipping globale è stata sottolineata anche da Salvatore d’Amico, Fleet Director della d’Amico, che ha sottolineato come la tradizione di un nome non sia più  una garanzia, come dimostrato da recenti avvenimenti. La modernità di un’azienda è quella di sapersi adeguare al mercato, non solo e non più internazionale ma globale. Salvatore d’Amico ha preso spunto dal preambolo della MLC2006 : “given the global nature of the shipping industry, seafarers need special protection”, evidenziando come la stesura della MLC2006 sia nata da un dato di fatto, da una consapevolezza acquisita e condivisa dal settore intero. ed ha raccontato della propria e ripetuta esperienza a bordo come “marittimo” che gli ha permesso di capire quella particolare categoria che è “il marittimo” che, per la stessa natura del settore, è esposto a rischi maggiori di altri. La consapevolezza di dover sempre studiare ed aggiornarsi per essere concorrenziali sul mercato, va di pari passo con la consapevolezza di un’azienda moderna di dover contare sempre e prima di ogni altra cosa sulle persone che fanno l’azienda, principio che d’Amico porta avanti da sempre. L’entrata in vigore della MLC2006, per una società come d’Amico, che da tempo ha una flotta di nazionalità e bandiere miste, ha permesso di dare una chiarezza formale a quanto già in uso, quindi non è stato complesso adeguarsi e dimostrare la serietà e la chiara volontà di prendersi le dovute responsabilità nei confronti dei marittimi e delle loro famiglie, dando loro tutte le garanzie per l’oggi e per il domani, come qualsiasi datore di lavoro è chiamato a fare. Gli interventi sono stati moderati e tradotti da Francesca Manzi, Company Coordinator di Sirius Ship Management  e socia di WISTA Italia per agevolare la comprensione dei più di 80 ospiti stranieri ed italiani presenti.