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Con l’outsourcing – ha spiegato Johnston – posizioneremo il nostro business internazionale in modo da emergere con successo dal Chapter 11
La società armatoriale statunitense Overseas Shipholding Group (OSG), che è sottoposta ad amministrazione controllata essendo ricorsa al Capitolo 11 della legge fallimentare americana, ha annunciato ieri la decisione di porre le navi della propria flotta che non battono bandiera USA sotto la gestione tecnica della società monegasca di ship management V.Ships. Il trasferimento dovrà essere approvato dal tribunale fallimentare.
Al 30 settembre scorso la flotta di OSG era costituita da 90 navi (più una in ordinativo), utilizzate principalmente per il trasporto di petrolio grezzo e prodotti petroliferi, di cui 24 unità di bandiera statunitense impiegate principalmente nei traffici marittimi regolati dalla normativa americana Jones Act e 66 di bandiera estera (59 battenti bandiera del Malawi, cinque con bandiera di Hong Kong, una con bandiera della Turchia ed una con la bandiera di Singapore).
«La semplificazione della nostra attività internazionale – ha spiegato l’amministratore delegato di Overseas Shipholding Group, Bob Johnston – ci consentirà di avvalerci di economie di scala, di sistemi e competenze di primarie terze parti. Con l’outsourcing della gestione tecnica e il perseguimento della strategia di pool per tutte le nostre navi internazionali posizioneremo il nostro business internazionale in modo da emergere con successo dal Capitolo 11 con una flotta più piccola e più concentrata senza la necessità dover sostenere sistemi costosi, una serie di uffici e i costi correlati. L’outsourcing – ha concluso Johnston – permetterà al nostro management team internazionale di concentrarsi sulla direzione strategica dell’attività, in un momento in cui il mercato è in ripresa, mantenendo un’essenziale supervisione operativa e commerciale».