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È stato firmato l’accordo per il rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori dei porti, che riguarda circa 18.000 lavoratori che operano negli scali marittimi del paese alle dipendenze delle società private che svolgono operazioni portuali (terminalisti, imprese portuali, prestatori di lavoro temporaneo), nonché i circa 1.200 dipendenti delle Autorità portuali. L’intesa, sottoscritta dalle le associazioni Assoporti, Assiterminal, Assologistica e Fise e dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, avrà decorrenza dal 1 gennaio 2013 al 31 dicembre 2015 e riguarda sia la parte normativa che quella economica. L’intesa raggiunta in un momento così difficile e in un clima del paese non certo favorevole, segna un importante punto fermo nel futuro del comparto portuale, poiché assicura elementi di stabilità nella catena logistica del trasporto. “La firma del nuovo contratto – ha affermato Pasqualino Monti, presidente di Assoporti – è il frutto di un forte senso di responsabilità dimostrato dalle parti datoriali e dalle Organizzazioni sindacali, che hanno saputo far prevalere l’interesse comune del paese e hanno così evitato rotture che avrebbero provocato oggi conseguenze disastrose”. Per Assoporti, che ha svolto il ruolo di mediazione fra le parti, il nuovo contratto rappresenta anche il punto di partenza dal quale muovere per riaffermare la necessità di uno sforzo coeso per il rilancio del settore e per la creazione delle basi, normative e organizzative, indispensabili per fare sempre di più di questo comparto un’arma competitiva sui mercati internazionali. Le organizzazioni sindacali sottolineano che “Dal punto di vista economico il rinnovo riconosce ai lavoratori del settore un aumento delle retribuzioni pari a 105 euro, parametrati al IV livello e divisi in cinque tranche, 20 euro al 1 gennaio 2014, 20 al 1 ottobre 2014, 20 al 1 gennaio 2015, 20 al 1 luglio 2015 e 25 al 1 dicembre 2015”. “L’importanza del rinnovo, che sarà sottoposto all’approvazione dei lavoratori – spiegano Filt, Fit e Uilt – e il buono stato delle relazioni sindacali, che risale storicamente alla firma del primo contratto unico nel 2000, hanno prevalso alla fine sui reciproci interessi, riaffermando un patto politico che ricompatta le varie posizioni e rilancia un’azione comune per una portualità di prospettiva”. Per i sindacati, “l’accordo per il contratto rappresenta uno dei pilastri della portualità e può servire anche a sensibilizzare maggiormente il governo e il parlamento che stanno portando avanti l’iter di legge di riforma portuale che deve meglio tutelare il lavoro attraverso regole che precisino il ruolo delle imprese, qualificando maggiormente le Autorità Portuali, riconoscendo anche ai dipendenti di queste il diritto alla piena applicazione del contratto”.