Fonte: Il Messaggero Marittimo – riproduzione riservata
LIVORNO – E’ stato un vero e proprio picchetto d’onore quello che ha accolto a Livorno la presentazione di “Banche e crisi. Dal petrolio al container”, l’ultimo libro che il professor Sergio Bologna ha dedicato all’analisi delle dinamiche mondiali riferite ai trasporti via mare e alle politiche portuali. Alla manifestazione, una tavola rotonda organizzata dalla Compagnia portuale di Livorno e coordinata dal giornalista Mauro Zucchelli, oltre allo stesso professor Bologna, hanno partecipato il sindaco, Alessandro Cosimi, il presidente nazionale di Confetra, Nereo Marcucci, il presidente dell’Autorità portuale di Livorno, Giuliano Gallanti, il segretario generale dell’Autorità portuale di Bari, Mario Sommariva, e il presidente della Cpl Livorno, Enzo Raugei. La presentazione dell’ultima fatica del noto saggista, apprezzato ormai in ambito internazionale, ha costituito un’occasione, oltre che per mantenere viva l’attenzione sugli scenari non esattamente rosei che fanno da sfondo all’attività dei nostri scali marittimi, compreso quello della città ospitante, anche per cercare di far scaturire dalle consapevoli analisi di personaggi tanto autorevoli, una speranza di soluzione per i molteplici problemi, endemici ed esogeni, che sembrano ritardare la tanto desiderata ripresa. Dopo una breve introduzione, in cui lo stesso Bologna ha spiegato la genesi e le ragioni della sua opera descrivendo, da par suo, gli aspetti maggiormente paradigmatici dello shipping internazionale che, con la sua corsa al gigantismo navale, esercita pressioni sempre maggiori sulla portualità europea e mondiale (solo quattro porti in Europa – ha spiegato – sono in grado di accogliere navi da 18 mila teu, ma, paradossalmente, a crescere è Amburgo, che non è compreso fra quelli), è stata la volta del sindaco Cosimi, secondo il quale, di fronte al gigantismo, l’Europa, come entità politica, non può dirsi ancora tale e gli stati nazionali, dal canto loro, non sono in grado di fornire risposte adeguate al fenomeno. Il sindaco, fra l’altro, ha osservato che, mentre le città portuali non percepiscono alcun aggio sui passeggeri movimentati via mare, quelle aeroportuali, traggono, invece, interessanti profitti dall’attività turistica degli aeroscali. Da conoscitore consumato della materia, Marcucci ha spinto alla discussione per individuare concretamente il da farsi, pur nei limiti del possibile, magari mediante la promozione di politiche idonee al superamento di molti dei vincoli di natura ambientale che continuano a frenare lo sviluppo delle attività marittime. Il presidente di Confertra ha poi considerato che l’Italia, sebbene disponga di porti in grado di ricevere le moderne megacarrier, come Gioia Tauro, Cagliari, Taranto…, sostiene per essi costi elevati a fronte di ricavi, tutto sommato, modesti che trovano la loro causa nella mancata rimozione dei così detti colli di bottiglia, oltre che nel grave difetto di coordinamento e di sistematizzazione. «Tanto per fare un esempio – ha detto – a Gioia Tauro manca un efficiente collegamento ferroviario con il nord e il centro dell’Europa». Il presidente Gallanti, considerando l’assoluta impossibilità per Livorno di poter mai accogliere unità da 14 mila teu e avvertendo che, secondo taluni analisti, in un futuro non troppo remoto le mega navi potrebbero passare da Suez a Gibilterra senza effettuare neppure uno scalo, d’accordo con il professor Bologna, ha ricordato che il porto livornese, rispetto ad altri, come anche Genova, ha il grande vantaggio di un hinterland abbastanza esteso grazie al quale, potenziando le proprie specializzazioni vocazionali, gli sarà possibile ritagliarsi una posizione più che dignitosa nella portualità nazionale del futuro, in vista anche della realizzazione della darsena Europa, che potrà consentire l’ormeggio alla future grandi navi feeder da 10 mila teu. Concludendo il suo dire, infine, Gallanti ha ricordato che stanno finalmente per essere assegnati i lavori per collegare direttamente la darsena Toscana con la rete ferroviaria nazionale. Il professor Sergio Bologna, nato a Trieste nel 1937, ha insegnato storia del movimento operaio e della società industriale in diversi atenei in Italia e all’estero. Negli anni ’70 ha diretto la rivista ”Primo Maggio” e, dal 1985, svolge attività di consulenza per grandi imprese e istituzioni. E’ autore di diversi saggi di argomento economico e marittimo portuale, fino al Luglio 2012 ha fatto parte del Comitato scientifico per l’elaborazione delle linee guida del Piano nazionale della logistica in seno al Ministero delle Infrastrutture, è socio onorario dell’Associazione di Logistica tedesca (BVL) e membro del Comitato Direttivo del Centro Italiano Studi Container.