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Evidenziate le implicazioni di ordine economico ed occupazionale su un territorio drammaticamente colpito dalla crisi del polo siderurgico
Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha rilanciato la candidatura del porto di Taranto quale sede delle attività di smantellamento del relitto della nave da crociera Costa Concordia. Ieri il governatore ha inviato al nuovo presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e ai parlamentari pugliesi una lettera in cui invita il governo a sostenere la candidatura del porto come sede per le attività di decommissioning della nave.
«Chiedo al presidente Matteo Renzi – ha spiegato Vendola – di voler valutare ogni possibile iniziativa del governo a sostegno della candidatura del porto di Taranto come sede finale dell’opera di smontaggio della nave da crociera Concordia, restando a disposizione anche al fine di verificare, d’intesa con l’Autorità Portuale e con i dicasteri competenti, la eventuale necessità di adeguamenti infrastrutturali dello scalo jonico cui potrebbe concorrere la Regione Puglia».
«Tra le diverse candidature in discussione – ha scritto Vendola nella lettera a Renzi – sottopongo alla sua attenzione quella del porto di Taranto ed in particolare della zona compresa nella rada di mar Grande. La profondità dei fondali (che registrano ad oggi un pescaggio utile di 25 metri); la presenza dei bacini navali di cui è dotato l’Arsenale Militare del porto; la disponibilità a ridosso dell’area di un cantiere a mare di oltre 35.000 metri quadri di aree libere adeguate ad ospitare le esigenze logistiche del cantiere di demolizione; la presenza già in loco di apparecchiature di sollevamento e trasporto da utilizzare per la movimentazione delle parti demolite – ha sottolineato il presidente della Regione – costituiscono tutti elementi che rendono il porto di Taranto particolarmente idoneo per le attività da svolgere, se non il più adeguato a livello nazionale».
Vendola ha evidenziato anche «le molteplici implicazioni di ordine economico ed occupazionale che tale eventualità potrebbe determinare su un territorio drammaticamente toccato dalla crisi del più grande polo siderurgico d’Europa».