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Il porto di Venezia ha chiuso il 2013 con una flessione del 3,6% delle merci movimentate, scese a 24,4 milioni di tonnellate, di cui 19,4 milioni di tonnellate (-5,8%) all’import e 5 milioni di tonnellate (+5,5%) all’export. Le rinfuse liquide sono diminuite del 10,2% a 9,9 milioni di tonnellate, di cui 3,6 milioni di tonnellate di petrolio grezzo (-20,7%), 5,1 milioni di tonnellate di prodotti raffinati (-1,9%) e 1,2 milioni di tonnellate di altre rinfuse liquide (-6,3%). Il carico secco è aumentato del +1,2% a 6,5 milioni di tonnellate, di cui 1,9 milioni di tonnellate di carbone (-22,9%), 1,5 milioni di tonnellate di mangimi, foraggi e semi oleosi (+21,5%), 604 mila tonnellate di cereali (+17,7%), 421 mila tonnellate di minerali (-15,8%) e 2,1 milioni di tonnellate di altre rinfuse secche (+21,9%). Le merci varie sono cresciute dell’1,5% a 7,9 milioni di tonnellate, di cui 4,3 milioni di tonnellate in container (+4,1%) e la movimentazione di 446.591 teu (+3,8%). Per i ro-ro la flessione è stata del 13,2% a 1,2 milioni di tonnellate.  All’inizio di quest’anno l’acciaieria Arvedi di Cremona ha lasciato il porto di Venezia per quello di Ravenna: la Multi Service ha perso il contratto con le acciaierie per 1,2 milioni di tonnellate di minerali che dal 14 gennaio non arrivano più a Porto Marghera ma nel più conveniente terminal della Setramar nel porto di Ravenna. Dallo scorso anno Multi Service è sotto osservazione da parte dell’Autorità Portuale per il ritardato pagamento di alcuni canoni. In difficoltà da tempo è anche il terminal della Cia (Centro intermodale Adriatico) che ha chiesto al Tribunale il concordato preventivo «in continuità».