I lavori dovrebbero essere avviati entro il 2018 e conclusi nel 2022

Il tormentato progetto per la realizzazione della Piattaforma Europa nel porto di Livorno, opera per la quale è stata indetta una gara il cui termine di scadenza per la presentazione delle domande di partecipazione è stato rinviato cinque volte prorogandolo l’ultima volta alle ore 12.00 del prossimo 29 settembre, è stato nel frattempo rielaborato radicalmente e la nuova configurazione dell’infrastruttura portuale è stata presentata ieri dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, assieme al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, Stefano Corsini, e ad altri rappresentanti delle istituzioni. Cinque rinvii, qualunque motivazione venga addotta per tali proroghe, sono evidentemente un sintomo della difficoltà di trovare oggigiorno investitori e operatori disposti a partecipare all’iniziativa. Procrastinazione della tempistica che ha ravvivato la fiamma delle critiche espresse sul progetto, prima fra tutte quelle rivolte dal sindaco di Livorno: «molti bandi sono andati completamente deserti», ha denunciato Filippo Nogarin commentando la presentazione della revisione del progetto ed esprimendo sconcerto perché sinora, «si è parlato molto di Darsena Europa, però oggettivamente – nero su bianco – si è fatto veramente molto poco».
Che le cose sinora non siano andate per il verso giusto lo ha implicitamente ammesso il presidente della giunta regionale: «abbiamo provato a rimettere in moto le cose», ha spiegato Enrico Rossi aggiungendo che «oggi possiamo dire che è una giornata molto positiva per la città di Livorno e tutta la Toscana»
Rossi ha motivato tale ottimismo con le nuove prospettive offerte dalla rielaborazione del progetto della Darsena Europa. Una revisione che si è tradotta nella differente disposizione del container terminal, ruotato ma di identica superficie operativa rispetto alla posizione precedente, soluzione che – ha specificato – consente un risparmio di 200 milioni di euro, scendendo da 667 a 467 milioni (90 milioni saranno necessari per i dragaggi, 94 per le dighe, 77 per le banchine, 23 per gli impianti e 183 per i piazzali). Tale risparmio sarà reinvestito in interventi sul porto e il territorio. La spesa di 467 milioni, aggiunti i 195 milioni per l’allestimento del terminal, sale complessivamente a 662 milioni di euro contro 862 milioni previsti dal precedente progetto.
Seconda la nuova revisione, la banchina della Darsena Europa avrà una lunghezza di 1.200 metri contro i 900 del precedente progetto e una profondità che da -16 metri potrà arrivare fino a -20. Il terminal si estenderà su una superficie di 62 ettari. La capacità annua di traffico containerizzato sarà pari a 1,6 milioni di teu.
La differente configurazione del progetto dovrebbe consentire – secondo le previsioni – l’avvio dei lavori entro il 2018 e la loro conclusione nel 2022, quattro anni prima rispetti a quanto sarebbe avvenuto con il precedente progetto.
Inoltre Rossi ha precisato che un ulteriore vantaggio è costituito dalla possibilità di svincolare la parte pubblica da quella privata, riducendo quindi i tempi di esecuzione; disimpegno che è attuabile grazie a nuove norme approvate nella seconda parte del 2016 che consentono oggi di riutilizzare i sedimenti di escavo per la costruzione di nuove opere, il refluimento a mare o il ripascimento delle spiagge. Il che – ha sottolineato – si traduce in minori spazi e minori costi necessari allo stoccaggio, oltre alla possibilità di utilizzare, senza alcun prolungamento, l’attuale linee ferroviaria elettrificata entrata in funzione nel 2016.
Inoltre – ha evidenziato ancora Rossi – «superato il problema del deposito dei sedimenti il nuovo progetto ci consentirà di scavare il canale fino alla profondità di venti metri, quattro in più rispetto ai sedici previsti», con il vantaggio di essere attrezzati anche per navi di maggiore portata.
Una parte dei fanghi degli scavi sarà utilizzata, come nel vecchio progetto, per realizzare una banchina riservata al traffico dei rotabili che sarà utilizzabile già dal 2020, ovvero prima che con il vecchio bando.
Inoltre, non essendo più necessario destinare una parte della superficie del terminal al deposito dei sedimenti, ciò si tradurrà in spazi operativi maggiori rispetto al precedente progetto.
Il presidente dell’ente regionale ha sottolineato che quindi non si tratta affatto di un ridimensionamento del progetto; «nessuna “darsenetta” – ha affermato – ma una struttura altrettanto ed anzi ancor più competitiva».
Relativamente al raccordo del nuovo terminal con le linee ferroviarie, Rossi ha precisato che «Ferrovie dello Stato si impegna a dare avvio ai lavori per lo scavalco entro il 2018. Firmeremo – ha annunciato – un accordo ora a luglio. C’è anche l’impegno a verificare il prolungamento dei binari dell’interporto verso Collesalvetti e Vada, il che significa – ha aggiunto Rossi – che il porto di Livorno potrebbe diventare l’infrastruttura più attrezzata a portare le merci sulla linea ferroviaria nazionale».
Il presidente della Regione ha evidenziato che tuttavia l’intervento più importante per la modalità ferroviaria è un altro: «da agosto 2018 – ha spiegato – in tre anni Ferrovie interverrà per allargare le gallerie della vecchia linea appenninica in modo che vi possano passare anche treni carichi di auto e container. Saranno spesi 700 milioni e in questo modo Livorno sarà ancora più competitivo, con accesso via ferro verso il nord-est e il nord Europa. Con l’Emilia Romagna – ha ricordato – è già stato firmato un accordo per un trasporto suppletivo su gomma nei tre anni di lavori».
Rossi ha reso noto che è stato costituito un nucleo operativo, una task force, con un profilo tecnico ma anche politico, che vigilerà sulla progettazione e realizzazione dell’infrastruttura portuale, come previsto dall’accordo di programma firmato con il governo a maggio del 2015. Il team, che si riunirà una volta al mese o quando sarà necessario, verrà presieduto dal presidente della Regione o da un assessore da lui delegato e ne faranno parte l’Autorità di Sistema Portuale e Ferrovie. Saranno invitati permanenti il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed il Comune di Livorno, nonostante questo non fosse previsto dall’accordo di programma. Vi siederà anche un rappresentante della Commissione Costa del consiglio regionale.

Articolo realizzato da InforMare S.r.l. – Riproduzione riservata