Bonz: chiediamo ai regolatori dell’UE di garantire una politica marittima equilibrata che impedisca distorsioni della concorrenza

Il ruolo degli investitori privati nello sviluppo dei porti dell’Unione Europea non è riconosciuto appieno. Lo ha affermato il presidente della Federation of European Private Port Operators and Terminals (FEPORT), Gunther Bonz, nell’ambito dell’assemblea generale della federazione tenutasi ieri a Bruxelles in anticipazione della terza conferenza annuale degli stakeholders che è stata organizzata da FEPORT e che si sta svolgendo oggi nella capitale belga.
Nel corso dell’assemblea gli associati della FEPORT hanno adottato la nuova agenda della federazione dei terminalisti privati europei per il periodo 2018-2020. «Siamo abbastanza soddisfatti dell’attuazione della nostra tabella di marcia strategica per il periodo 2015-2017 – ha spiegato Bonz – e dell’esito delle procedure legislative relative a due importanti regolamenti che riguardano il settore portuale, vale a dire il regolamento sui porti adottato nel gennaio 2017 e il regolamento generale di esenzione per categoria adottato a maggio 2017. Eppure – ha precisato Bonz – La nostra sensazione è che il riconoscimento del ruolo degli investitori privati nei porti dell’UE non sia pari a quello che dovrebbe essere».
«FEPORT – ha proseguito il presidente della federazione – ha sostenuto il principio di un chiarimento delle regole applicabili al settore portuale, ma – ha precisato Bonz – ora i terminal operator si trovano di fronte alla dura realtà delle interpretazioni nazionali o locali o delle decisioni amministrative che possono scoraggiare gli investimenti privati nei porti europei. Confidiamo che le discussioni nell’ambito dell’European Ports Forum (il gruppo di esperti in campo portuale recentemente costituito dalla Commissione Europea, offrano opportunità di scambiare informazioni con la Commissione Europea e con gli Stati membri su questo tema e che accrescano la consapevolezza del ruolo degli investitori privati nella modernizzazione dei porti europei».
«Gli operatori terminalistici – ha concluso Bonz – stanno investendo nelle attività portuali e nelle relative attività logistiche del futuro, ma per avere successo nelle loro attività – ha sottolineato – hanno bisogno di condizioni di concorrenza eque e reali con gli altri attori della catena logistica marittima. Noi chiediamo ai regolatori dell’UE di garantire una politica marittima equilibrata che impedisca distorsioni della concorrenza, che si tratti di misure normative o di squilibri nell’assegnazione dei fondi UE per l’innovazione».

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