Marcucci: prevenire e reprimere qualsiasi modalità di protesta violenta che metta a repentaglio l’incolumità delle persone e la libera attività delle imprese

La Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica (Confetra) ha espresso apprezzamento per i passi avanti compiuti nell’ambito del Tavolo della logistica insediatosi nelle scorse settimane presso il Ministero dello Sviluppo economico allo scopo di definire misure che garantiscano la legalità negli appalti di magazzino, ma ha sollecitato anche misure per contrastare azioni di protesta che – ha sottolineato la Confederazione – niente hanno a che vedere con normali forme di agitazione sindacale.
«È sicuramente positivo – ha spiegato il presidente della Confetra, Nereo Marcucci – che intorno allo stesso tavolo siedano non solo le parti datoriali e sindacali ma anche tutte le amministrazioni interessate, dal MISE che ha la regia sull’iniziativa, ai Ministeri del Lavoro, degli Interni e dei Trasporti. Se ognuno farà la sua parte i risultati non mancheranno. In particolare – ha precisato Marcucci – dalle amministrazioni ci attendiamo interventi anche normativi volti non solo a contrastare forme spurie di organizzazione del lavoro, ma anche a prevenire e a reprimere qualsiasi modalità di protesta violenta che metta a repentaglio l’incolumità delle persone e la libera attività delle imprese. Purtroppo – ha evidenziato il presidente della Confederazione – la cronaca anche recente testimonia di blocchi e picchettaggi realizzati presso hub logistici e singole imprese che nulla hanno a che vedere con le normali forme di agitazione sindacale. Ovviamente essendo ormai a fine legislatura gli interventi di natura normativa difficilmente potranno essere approvati ma rimarranno comunque in eredità a chi verrà dopo che non potrà non tenerne conto».
«Sul piano invece delle regole contrattuali – ha concluso Marcucci – come parti sociali abbiamo già fatto il nostro introducendo nel nuovo CCNL regole più stringenti sugli appalti come il divieto di subappalto, la clausola sociale e la certificazione di rating in capo alla ditta appaltatrice».

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