I porti di Amburgo e Rotterdam hanno iniziato a scambiarsi per via telematica dati sugli orari di arrivo e di partenza previsti ed effettivi delle navi che provengono o sono dirette ai due porti. La collaborazione è la prima di questo tipo tra due scali portuali di nazioni differenti ed è stata attivata nell’ambito di un progetto avviato all’inizio di quest’anno dall’Autorità Portuale di Rotterdam e dalla HVCC Hamburg Vessel Coordination Center, la joint venture partecipata dai due principali terminalisti del porto di Amburgo, ovvero la Hamburger Hafen und Logistik AG (HHLA), che detiene il 67% del capitale della società, e la Eurogate, che possiede il rimanente 33%.
Scopo del progetto è lo scambio di dati attraverso un’interfaccia digitale in modo che le compagnie di navigazione possano ottimizzare l’impiego delle proprie navi e a loro volta i terminal operator possano ottimizzare l’utilizzo delle loro risorse, rendendo nel contempo i due porti più competitivi ed efficienti anche grazie alla maggiore capacità di reazione in caso di cambiamenti delle schedule o di altri programmi.
I partner del progetto hanno spiegato che, ad esempio, in caso di prevedibili ritardi nello sbarco e inoltro di carichi giunti in porto a bordo delle navi, le compagnie di navigazione possono decidere di ridurre la velocità delle navi per ritardare il loro arrivo in porto e per poter beneficiare di una riduzione del consumo di combustibile. Ciò risulta particolarmente importante nel caso di una durata della navigazione piuttosto limitata come quella di 24 ore tra i porti di Amburgo e Rotterdam, rotta percorsa mensilmente da circa 80 navi portacontenitori: se una grande portacontainer della capacità di 18.000 teu viene informata prima della partenza da Rotterdam che può viaggiare a soli 14 nodi anziché a 18 nodi, come inizialmente previsto , per raggiungere il terminal ad Amburgo – hanno evidenziato i partner del progetto – il consumo di bunker verrebbe ridotto di circa 22 tonnellate, diminuzione che equivale ad un taglio di circa 66 tonnellate delle emissioni di CO2.
L’amministratore delegato di HVCC, Gerald Hirt, ha specificato che questo nuovo tipo di collaborazione tra porti si rifà ad un’analoga cooperazione in atto da tempo in ambito aeroportuale attraverso l’Airport Collaborative Decision Making (A-CDM), una procedura per ottimizzare la gestione del traffico aereo attraverso lo scambio di informazioni tra aeroporti, compagnie aeree ed altri operatori del settore. «L’Airport Collaborative Decision Making – ha precisato Hirt – è un concetto appreso dal settore del trasporto aereo che fa riferimento a dati e processi decisionali condivisi in quel settore e di cui può beneficiare anche il trasporto marittimo. Lo scambio diretto di dati tra Amburgo e Rotterdam è il primo logico passo verso la costruzione di un network di porti in tutta Europa, in particolare con lo scopo di accrescere la capacità di reagire ai ritardi e quindi fornire alle compagnie di navigazione e ai terminalisti un supporto migliore e più affidabile relativamente alle informazioni sull’arrivo e la partenza delle navi. Vorremmo invitare altri porti europei – ha aggiunto Hirt – a mettersi in contatto con noi e a beneficiare di questi vantaggi.
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