Mentre si è conclusa questa notte con il loro sbarco nel porto siculo di Pozzallo la vicenda dei 108 migranti tratti in salvo dalla nave Lifeline dell’omonima Ong tedesca e poi trasferiti sulla portacontainer Alexander Maersk della compagnia di navigazione danese Maersk Line, l’associazione degli armatori europei ha ribadito la necessità che «le navi mercantili abbiano la certezza che i migranti possano essere sbarcati in un porto europeo nel più breve tempo possibile». L’European Community Shipowners’ Associations (ECSA) ha quindi sollecitato le autorità europee «ad assumere tutte le misure necessarie per poterlo garantire».
«Non è accettabile – ha denunciato il segretario generale dell’ECSA, Martin Dorsman – che una nave mercantile, che autonomamente salva migranti o che è chiamata a collaborare alle attività di ricerca e soccorso, si trovi di fronte a questo tipo di problemi, problemi che possono influire sulla sicurezza e il benessere dei migranti e dell’equipaggio».
Evidenziando che l’equipaggio di un mercantile non è addestrato ad intraprendere operazioni di salvataggio su larga scala e che queste navi non sono attrezzate per far salire a bordo i migranti per un periodo di tempo prolungato, Dorsman ha ricordato che in passato un equipaggio costituito da 16 marittimi ha dovuto prendersi cura di circa 400 migranti. «Ciò – ha rilevato – può avvenire solo per un periodo di tempo molto limitato. Ma anche un minor numero di migranti – ha aggiunto – deve essere sbarcato rapidamente».
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