Longo: «per gli autotrasportatori il limite di guardia è ormai superato e il caso Albo è un indicatore»
Il termine entro cui le imprese iscritte all’Albo nazionale degli autotrasportatori avrebbero dovuto corrispondere il contributo annuale di iscrizione all’Albo per l’annualità 2019 è scaduto lo scorso 31 dicembre. L’associazione dell’autotrasporto Trasportounito ha reso noto che, nonostante l’obbligatorietà e nonostante la facilitazione del pagamento effettuabile da quest’anno anche mediante conto corrente postale, circa 55mila imprese di autotrasporto non hanno pagato la quota.
«Purtroppo – ha specificato il segretario nazionale di Trasportounito, Maurizio Longo – non credo si tratti di una distrazione di massa, bensì di un silenzioso segnale di allarme; il segnale di una categoria ormai sfiduciata e rassegnata a vivere alla giornata, priva come è di strumenti normativi di tutela di cui avrebbe bisogno, sia sul versante delle garanzie di pagamento e di credito nei confronti della committenza, sia su quello propriamente contrattuale».
«Per gli autotrasportatori – ha denunciato Longo – il limite di guardia è ormai superato e il caso Albo è un indicatore che dovrebbe far scattare un’allerta sul futuro: oggi le aziende hanno a che fare con finte regole di mercato che puntualmente non vengono rispettate sulla base di un potere contrattuale che si trasforma quotidianamente, sulle strade italiane, in ricatto. Debolezza finanziaria, contratti capestro, condizioni di pagamento al di fuori di qualsiasi schema e tempistica accettabile sono fra le cause di un degrado che inevitabilmente diventerà il problema dei problemi per un Paese che dovrebbe reggersi su un trasporto affidabile e che invece si prepara a pagare un prezzo altissimo sui fronti della competitività del suo sistema economico e industriale e su quello, ancora più critico, di una sicurezza che imprese allo stremo delle loro forze, non sono più in grado di garantire».

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