Sinora sono oltre cento i partecipanti al network basato sulla tecnologia blockchain
Le sempre più frequenti iniziative di collaborazione tra il gruppo armatoriale francese CMA CGM e i primi due gruppi mondiali nel segmento del trasporto marittimo containerizzato, la danese Maersk Line e l’elvetica Mediterranean Shipping Company (MSC) che sono partner nell’alleanza denominata 2M dalle iniziali delle due aziende, sembrano avvalorare le voci – sinora non confortate da alcun elemento concreto – che ipotizzano un ulteriore consolidamento del settore proprio con un avvicinamento più stretto tra la CMA CGM e le altre due compagnie. Un legame più saldo che – a detta di alcune dicerie da bar (o da pub) – potrebbe tradursi in un’intesa sulla falsariga di quelle operative siglate dalla 2M prima con la sudcoreana Hyundai Merchant Marine (HMM) e poi con l’israeliana ZIM oppure in un’alleanza a tre su basi più solide.
L’annuncio odierno dell’adesione della CMA CGM e della MSC alla TradeLens, la piattaforma digitale per il trasporto marittimo basata sulla tecnologia blockchain che viene sviluppata dal gruppo informatico IBM assieme alla Maersk, sembra fatta apposta per alimentare chiacchiere tra operatori marittimi intenti a sorseggiare un aperitivo o una pinta di birra.
Ma la comunicazione odierna della partecipazione della compagnia francese e di quella svizzera alla piattaforma digitale sembra poter suscitare confronti più o meno alcolici anche tra coloro che temono come la peste ulteriori concentrazioni tra i principali vettori marittimi mondiali per la capacità che avrebbero di condizionare il mercato. In particolare, il sottolineare che «l’aggiunta della CMA CGM e della MSC fornirà un considerevole impulso al concetto di maggiore fiducia, trasparenza e collaborazione e collaborazione tra le supply chain proprio di TradeLens e volto a promuovere gli scambi commerciali globali», potrebbe essere accolto come l’intento di celare dietro una foglia di fico quello che per alcuni è in realtà un ulteriore passo per costruire monopoli che sarebbero in grado di limitare la concorrenza nel settore dello shipping containerizzato.
Di tutt’altro avviso il vicepresidente esecutivo IT & Transformations della CMA CGM: «riteniamo – ha spiegato Rajesh Krishnamurthy – che TradeLens, con il suo impegno per standard aperti e governance aperta, sia una piattaforma essenziale per contribuire a promuovere questa trasformazione digitale. La rete di TradeLens – ha sottolineato – sta già dimostrando che i partecipanti provenienti da tutto l’ecosistema della supply chain possono trarne un significativo valore».
Dello stesso avviso André Simha, chief Digital & Information officer della MSC: «la collaborazione digitale – ha osservato – è la chiave per l’evoluzione del settore del trasporto marittimo containerizzato. La piattaforma TradeLens ha un enorme potenziale per spingere il settore a digitalizzare la supply chain e per creare partecipazione attorno a standard comuni. Noi – ha aggiunto Simha – riteniamo che l’advisory board della TradeLens, così come organismi di normazione come la Digital Container Shipping Association, contribuiranno ad accelerare questo sforzo».
La Digital Container Shipping Association è un’associazione costituita lo scorso mese con lo scopo di definire standard informatici comuni per il settore del trasporto marittimo containerizzato. Ed è un’associazione ancora una volta istituita su iniziativa del mondo armatoriale essendo stata fondata dalle compagnie armatoriali Maersk, CMA CGM, MSC, Hapag-Lloyd e Ocean Network Express (ONE) e in cui entreranno prossimamente anche le compagnie armatoriali Evergreen, HMM, Yang Ming e ZIM. Una nuova iniziativa a cui taluni, sempre al tavolino di un bar, hanno attribuito intenti monopolistici e che altri, forse più realisticamente, hanno inteso come un utile passo per promuovere un’ulteriore digitalizzazione della supply chain che può essere più efficacemente compiuto dal settore armatoriale, che è in possesso di più mezzi e di più risorse rispetto ad altri più frammentati comparti della logistica.
Che i propositi dei promotori di TradeLens siano di rendere la piattaforma assolutamente aperta e trasparente lo ha evidenziato anche Bridget van Kralingen, senior vice president Global Industries, Clients, Platforms & Blockchain della IBM: «più di cento partecipanti – ha precisato – hanno riposto la loro fiducia nella rete TradeLens e stanno ottenendo una maggiore trasparenza e semplicità nella movimentazione delle merci. Assieme – ha sottolineato – stiamo portando avanti un obiettivo condiviso volto a modernizzare gli ecosistemi commerciali del mondo».
Non bastano però solo gli armatori perché progetti come questo abbiano successo. Lo ha rimarcato il direttore commerciale del gruppo danese A.P. Møller-Mærsk, Vincent Clerc: «se la partecipazione dei carrier è fondamentale – ha specificato – è altrettanto importante rilevare che la piattaforma TradeLens si basa sulla partecipazione dell’intero ecosistema della supply chain».

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