L’AdSP dell’Adriatico Meridionale ha illustrato ai rappresentanti della cinese CCPIT gli strumenti messi a disposizione degli investitori stranieri dalla ZES interregionale Adriatica
L’Associazione dei Porti Italiani (Assoporti) ha espresso pieno sostegno alla proposta di semplificazione delle procedure e della normativa riguardante le Zone Economiche Speciali (ZES) e le Zone Logistiche Speciali (ZLS) che è stata inviata dalle Regioni e dalle Autorità di Sistema Portuale del Sud al ministro del Sud e della Coesione Territoriale, Giuseppe Provenzano., proposta che prevede una significativa semplificazione, riducendo al minimo i permessi e le autorizzazioni necessarie alle imprese che si insedieranno nelle aree ZES e ZLS.
A firmare il pacchetto, oltre alla Regione Molise che l’ha trasmessa formalmente al ministro, le Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Puglia, Sardegna e Sicilia e tutte le Autorità di Sistema Portuale presenti in queste aree.
«Assoporti – ha spiegato il presidente dell’associazione, Daniele Rossi – sostiene totalmente la proposta inviata al ministro Provenzano e ritiene sia la strada giusta per rendere efficaci la ZES e la ZLS. Riteniamo essenziale iniziare un percorso di semplificazione normativa per consentire lo sviluppo infrastrutturale necessario per la crescita della competitività logistica e portuale del Paese».
Intanto, in tema di Zone Economiche Speciali, ieri sera nella sede di Bari dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale il presidente dell’ente, Ugo Patroni Griffi, ha incontrato una delegazione del China Council for the Promotion of International Trade (CCPIT) per illustrare gli strumenti messi a disposizione degli investitori stranieri dalla ZES interregionale Adriatica. Nel corso dell’incontro Patroni Griffi ha parlato delle novità normative introdotte dalla Zona Economica Speciale, una serie di strumenti e facilitazioni voluti per aprire i porti dell’Adriatico meridionale e i territori ricadenti nella ZES a nuovi mercati e ad ulteriori possibilità di rilancio per l’economia del Mezzogiorno.
L’AdSP dell’Adriatico Meridionale ha reso noto che dall’incontro è emerso che i settori maggiormente attrattivi per gli investitori cinesi sono: agricoltura e alimentari (ad esempio l’olio d’oliva); porto e logistica; biofarmaceutica; alta tecnologia dell’informazione (come 5G e Smart City); turismo e industria alberghiera.
«Da alcuni anni – ha osservato Patroni Griffi – l’approccio cinese verso l’Italia e verso il bacino del Mediterraneo, inquadrato nella Belt & Road Initiative (BRI) è esponenzialmente dilagante. Se da un lato i porti del Nord sono considerati porte di accesso all’Europa continentale, dall’altro i nostri scali, grazie ai collegamenti con la rete ferroviaria e all’azione di potenziamento di infrastrutture e servizi che abbiamo predisposto, possono essere il giusto insediamento sia per avviare attività produttive destinate al mercato europeo, sia per servire una larga fetta del mercato italiano. Di questo e dell’ampio ventaglio di opportunità fornite dalle facilitazioni introdotte dalla ZES abbiamo parlato con la delegazione cinese che si è mostrata attenta e interessata. Il Paese del Dragone può apportare ulteriore slancio al processo di rilancio economico dei nostri territori. Noi, dal canto nostro, in questo contesto in continua evoluzione, non possiamo lasciarci sfuggire le opportunità derivanti dall’aumento del feederaggio che potrà essere generato dai porti del Mediterraneo in grado di accogliere le meganavi di nuova generazione».

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