OCSE. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

Il segnale che le economie sono entrate in una fase di contrazione – ha sottolineato – ora è più forte di quanto non fosse al momento della crisi finanziaria del 2008

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha annunciato oggi che i Composite Leading Indicator (CLI), gli indici definiti dall’organizzazione con lo scopo di fornire un’indicazione previsionale a breve termine dei punti di svolta dei cicli economici, lo scorso marzo hanno registrato il maggior calo mensile segnato dalla maggior parte delle principali economie, drastica flessione – ha spiegato l’OCSE – che è in linea con il notevole shock economico causato dalla pandemia di Covid-19 e dal suo impatto immediato sulle attività produttive, sui consumi e sulla fiducia dei consumatori.
Nel comunicare gli indicatori di marzo, l’OCSE ha specificato che nei prossimi mesi sarà necessario prestare attenzione all’interpretazione dei CLI data, in primo luogo, la notevole incertezza sulla durata delle misure di blocco delle attività assunte dai governi per contenere la diffusione del virus che ha ridotto notevolmente la capacità degli indicatori anticipatori di prevedere gli sviluppi futuri dei cicli economici. A tal proposito, l’organizzazione ha chiarito che le attuali stime del CLI sono in grado di fornire segnali precisi sugli attuali sviluppi delle attività economiche e dovrebbero quindi essere intese come coincident indicator, ovvero indicatori sullo stato attuale dell’economia, piuttosto che leading indicator, cioè indicatori che anticipano gli andamenti dell’economia.
Inoltre l’OCSE ha specificato che, come sempre, l’entità del calo del CLI non dovrebbe essere considerato come una misura del grado di contrazione delle attività economiche, ma piuttosto un’indicazione della forza del segnale che le economie sono entrate in una fase di contrazione. Per fare un confronto – ha rilevato l’organizzazione – ora il segnale ora è più forte di quanto non fosse al momento della crisi finanziaria del 2008.
Infine l’OCSE ha precisato che i CLI non sono ancora in grado di anticipare la fine del rallentamento delle economie, soprattutto perché non è ancora chiaro per quanto tempo rimarranno in vigore le misure di blocco né quale sarà il loro rigore. L’OCSE ha sottolineato che, tuttavia, man mano che la situazione si risolverà, anche in presenza di un blocco più prolungato, la CLI inizierà a recuperare la sua capacità di prevedere l’andamento dell’economia dato che le imprese e i consumatori inizieranno ad adattarsi a nuove realtà, anche se solo a breve termine, soprattutto quando i governi inizieranno a definire e a comunicare indicazioni sulle strategie a più lungo termine, oltre alle misure immediate che inizialmente hanno dovuto imporre.

Articolo realizzato da InforMare S.r.l. – Riproduzione riservata