Uggè: si sappia che noi non staremo a guardare inermi la fine delle nostre imprese
Senza un intervento decisivo del governo l’autotrasporto italiano è destinato a fermarsi. Lo ha denunciato il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto, Paolo Uggè, evidenziando che con la crisi determinata dalla pandemia di Covid-19 il settore dell’autotrasporto è allo stremo, fra committenti che provano a sfruttare la situazione non pagando neppure le fatture di gennaio e febbraio e le operazioni bancarie che seguono la prassi normale e ritardano la messa a disposizione della liquidità che era stata annunciata.
«Tutto questo – ha spiegato Uggè – sta costringendo le imprese a sospendere l’attività, Il governo potrà aprire fin quando vuole la fase due, ma senza chi trasporta i prodotti le merci resteranno sui piazzali. L’unica iniziativa che può scongiurarlo – ha sottolineato – è quella forma di liquidità che da tempo Conftrasporto aveva con grande determinazione richiesto. Non siamo stati ascoltati noi ma non è stato preso in considerazione ciò che Mario Draghi aveva suggerito».
«Oggi – ha proseguito il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio – le imprese sono al limite e ricorreranno alla cassa integrazione, alla quale il governo dovrà far fronte se non vuole che mondo del lavoro si compatti in un’azione che rischia di divenire realmente pericolosa. Chi ha la responsabilità di governare un Paese deve cominciare a pensare a quello che potrà succedere. Se non lo farà – ha concluso Uggè – si assumerà tutte le responsabilità di aver portato al fallimento non solo migliaia di operatori ma l’intero sistema economico nazionale. Si sappia che noi non staremo a guardare inermi la fine delle nostre imprese».

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