Evidenziata anche la necessità di regolare l’autoproduzione di operazioni portuali

L’Associazione Nazionale Compagnie Imprese Portuali (ANCIP) ha inviato una lettera alla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, richiedendo miglioramenti di natura normativa dell’articolo 199 del Decreto Rilancio (n.34 del 2020) che reca disposizioni in materia di lavoro portuale e di trasporti marittimi, problematiche che – ha specificato l’ANCIP – potrebbero essere esaminate e risolte nel corso dell’iter alla Camera dei deputati
In particolare, l’associazione, evidenziando che non comporta oneri per la finanza pubblica, ha avanzato la richiesta di apportare modifiche al comma 1, lettera b) dell’articolo 199 sostituendo la parola “dipendenti” con la parola “lavoratori” e al comma 2 sostituendo la parola “due” con la parola “cinque”. «La modifica della parola “dipendenti” con la parola “lavoratori” – ha chiarito l’ANCIP nella lettera a firma del presidente Luca Grilli – si rende necessaria per evitare difformi interpretazioni della norma in quanto gli addetti alle operazioni di cui all’art. 17 (cioè le imprese autorizzate alla fornitura di lavoro portuale temporaneo, ndr) vengono svolte non solo da dipendenti dell’impresa ma anche da lavoratori soci o da interinali. Pertanto con il termine “lavoratori” si evita ogni discriminazione interpretativa».
«Lo scopo della seconda proposta emendativa della norma contenuta – ha spiegato inoltre l’ANCIP – mira a garantire la continuità operativa dei soggetti che, come detto, stanno di fatto gestendo l’emergenza in porto ed evitare il verificarsi di situazioni di conflittualità e interruzioni di servizio in questo delicato periodo, anche in considerazione del fatto che uno dei primi requisiti per poter partecipare ai bandi di gara europei per l’autorizzazione ad operare ai sensi dell’art.17 comma 2 è quello del pareggio di bilancio, che vieppiù in questo periodo, è pressoché irraggiungibile dalle imprese attualmente titolari dell’autorizzazione ex art. 17 legge n. 84/94».
L’associazione ha ricordato che «tale intervento è già stato adottato per i porti di Genova e Savona attraverso le disposizioni di cui all’articolo 9ter, comma 1 del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109 (Decreto Genova) contenente le misure sull’emergenza causata dal crollo del ponte Morandi e, pertanto, servirebbe anche per rendere omogenee le situazioni autorizzative nei porti italiani in questa fase altrettanto emergenziale. Detta proroga, inoltre – ha osservato l’ANCIP – permetterebbe di ridurre il carico amministrativo delle Autorità di Sistema Portuale, delle Autorità marittime e lo spostamento di persone».
A De Micheli l’ANCIP ha ribadito anche la necessità, come già evidenziato alla ministra dalle segreterie nazionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, di includere un’ulteriore comma all’articolo 199 contenente alcune modifiche dell’art.16 della legge 84/94, volto a regolare la cosiddetta autoproduzione di operazioni portuali per evitare il ricorso, per la movimentazione delle merci nei porti, all’uso promiscuo di personale navigante e di personale delle imprese autorizzate ai sensi della legge 84/94.
Infine l’Associazione Nazionale Compagnie Imprese Portuali ha invitato a modificare il Decreto sostituendo, al comma 1, lettera b) dell’articolo 199, le parole “nell’anno 2020” con le parole “ciascuno degli anni 2020 e 2021”. Specificando che l’emendamento necessiterebbe di copertura finanziaria, l’ANCIP ha spiegato che lo scopo di questa proposta «mira a garantire anche per l’annualità 2021 l’efficienza e l’operatività dell’intero sistema portuale, ristabilendo l’equilibrio economico e patrimoniale dei soggetti art. 17 legge n. 84/94 al fine di consentire a tali imprese di poter continuare ad erogare in condizioni di sicurezza economico-patrimoniale le prestazioni essenziali per il comparto portuale. È fondamentale sottolineare – ha precisato l’associazione – come le esiziali perdite economiche dei soggetti giuridici di cui all’art. 17 legge n. 84/94, dovute dalla diffusione del Covid-19, succederanno temporalmente anche la fine della crisi sanitaria e quindi, per tutta evidenza, continueranno anche durante il 2021».
L’ANCIP ha concluso osservando che «se si vuole realizzare quanto giustamente previsto dall’articolo 199, comma 1, lettere a) e b), le somme previste “nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente e nel rispetto degli equilibri di bilancio, allo scopo anche utilizzando il proprio avanzo di amministrazione” in capo alle AdSP, non sono sicuramente sufficienti per l’anno 2020. Né la somma di sei milioni da assegnare alle AdSP che non hanno disponibilità. Pertanto – ha rilevato l’ANCIP – sarebbe necessario procedere ad una veloce verifica con l’ausilio di Assoporti anche per evitare interventi diversificati tra i singoli porti e con conseguenze pesanti per le stesse imprese ex art. 17».

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