Keen: alcuni soprannoli dovrebbero già essere inclusi all’interno dei noli

La British International Freight Association (BIFA) ha accolto con favore l’annuncio da parte di alcune compagnie di navigazione containerizzate di sospendere l’applicazione dei soprannoli introdotti quale misura per compensare l’incremento del costo del combustibile causato dall’obbligo da inizio 2020 di utilizzare fuel a basso tenore di zolfo.

«Agli spedizionieri – ha sottolineato il direttore generale della BIFA, Robert Keen – non piacciono i surcharge di qualsiasi natura applicati dalle compagnie di navigazione e speriamo che altre compagnie seguano l’esempio e sospendano anche i loro low sulphur surcharge, oltre – ha precisato Keen – a riconsiderare le loro politiche in merito all’applicazione di soprannoli per qualsiasi cosa, dallo squilibrio dei flussi di container alla congestione dei porti.

Negli ultimi anni – ha denunciato Keen – il numero di supplementi e commissioni ha continuato a crescere, spesso senza una vera spiegazione o giustificazione».

Keen ha ricordato che la BIFA ha da tempo contestato la legittimità dei surcharge introdotti dalle compagnie di navigazione ed ha accusato i vettori marittimi di speculazione quando nel 2018 hanno annunciato quasi all’unisono che avrebbero introdotto i low sulphur surcharge molto prima dell’entrata in vigore il primo gennaio 2020 del regolamento IMO 2020 che stabilisce appunto l’obbligo per le navi di utilizzare combustibili a basso tenore di zolfo.

«Anche se accolgo con favore la notizia della sospensione dei soprannoli per il carburante a basso tenore di zolfo – ha proseguito il direttore generale dell’associazione degli spedizionieri del Regno Unito – negli ultimi giorni ho sentito che una compagnia sta introducendo un supplemento per il merchant haulage, mentre un’altra sta aggiungendo un surcharge per la container compliance. Gli spedizionieri – ha specificato Keen – fanno tutto il possibile per ridurre al minimo gli effetti dei surcharge, ma alla fine almeno una parte dei costi deve essere trasferita ai clienti e talvolta si ha l’ingiusta percezione che la colpa sia dei nostri associati».

«Se un caricatore stipula un contratto per acquisire merci – ha rilevato Keen – dovrebbe sapere esattamente cosa sta pagando e quel prezzo non dovrebbe cambiare. Se utilizzano gli Incoterms possono acquistare Ex Works o FOB e controllare la supply chain. Se lasciano che sia il loro fornitore ad organizzare la spedizione, non hanno alcun controllo sulle spese applicate. Ma in entrambi i casi – ha osservato il direttore generale della BIFA – non dovrebbero essere consentiti supplementi aggiuntivi imposti dalle compagnie di navigazione».

«Dov’è – ha concluso Keen – la giustificazione per l’aggiunta di un soprannolo per costi generali inclusi nella gestione dell’attività di spedizione di un container? Alcuni surcharge dovrebbero già essere inclusi all’interno dei noli, gestendo qualsiasi necessaria fluttuazione rispetto a tale cifra».

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