Solo facendosi carico di questa realtà senza precedenti – ha avvertito – si potrà cogliere la necessità di adottare misure eccezionali

L’industria del trasporto marittimo è stata gravemente colpita dagli effetti della pandemia di Covid-19. Lo ha sottolineato oggi il presidente di Assarmatori, Stefano Messina, partecipando alla tavola rotonda organizzata a Roma dalla Filt-Cgil in occasione dei 40 anni dalla fondazione della Federazione per il settore dei trasporti dell’organizzazione sindacale.

«Inutile nascondersi dietro tentativi di minimizzare – ha spiegato Messina – gli effetti della pandemia sul trasporto marittimo sono stati devastanti specie nel settore passeggeri, generando al tempo stesso fortissime difficoltà anche nel comparto merci. Solo facendosi carico di questa realtà senza precedenti, si potrà cogliere la necessità di adottare misure eccezionali e di far fronte alla crisi con soluzioni del tutto innovative».

«L’impatto della pandemia – ha proseguito il presidente di Assarmatori – si è tradotto in alcuni comparti, come quello delle crociere o delle navi traghetto in una brusca frenata e in un perdurante stato di incertezza. Ma gli uomini di mare sono abituati a lottare anche con le tempeste più terribili. E il Covid-19 dev’essere affrontato anche a livello istituzionale come una tempesta che richiede interventi e cambi di rotta repentini affinché vengano colte opportunità a favore dell’occupazione italiana nell’industria marittima».

Inoltre Messina ha evidenziato come la pandemia abbia per mesi impedito il normale avvicendamento degli equipaggi e come, oltre all’incremento delle richieste sul Fondo Solimare, il settore marittimo abbia dovuto far fronte a una crescita esponenziale delle prestazioni assistenziali erogate dal Fondo Nazionale Marittimi, «elementi – ha osservato – che non impediranno al trasporto marittimo di combattere, in stretta cooperazione con governo, istituzioni e parti sociali, una battaglia finalizzata a trovare nuove chiavi di lettura normative per il rilancio del comparto e al tempo stesso dell’occupazione, con al centro la persona in un percorso costruito insieme da imprese e lavoratori».

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