Nel 2021 attesa una crescita del +7,2%, inferiore all’incremento del +21,3% previsto in precedenza

La World Trade Organization (WTO) prevede che quest’anno il volume complessivo del commercio mondiale diminuirà del -9,2%, mentre il prossimo anno è attesa una crescita del +7,2%, stime che tuttavia – ha precisato l’organizzazione internazionale – sono soggette ad un grado insolitamente elevato di incertezza dato che dipendono dall’evoluzione della pandemia di Covid-19 e dalle misure adottate dai governi per contenerla.

Quella del -9,2% è pertanto una flessione meno accentuata rispetto a quella del -12,9% prevista per il 2020 nello scenario più ottimistico formulato dalla WTO lo scorso aprile. In particolare – ha spiegato l’organizzazione – le rilevanti performance commerciali registrate negli scorsi mesi di giugno e luglio hanno portato alcuni segnali di ottimismo, crescita che è stata trainata dal commercio di prodotti utili ad affrontare la pandemia.

Se la previsione per il 2020 è meno pessimistica rispetto a quella precedente, la crescita del +7,2% attesa dalla WTO nel 2021 è invece inferiore all’incremento del +21,3% previsto in precedenza dall’organizzazione internazionale, da cui risulta che il prossimo anno il trend di crescita del commercio mondiale sarà quindi ben al di sotto di quello di prima della pandemia.

La WTO ha inoltre nuovamente comparato la flessione degli scambi commerciali mondiali avvenuta quest’anno a causa della pandemia con quella verificatasi nel 2008-2009 a causa della crisi finanziaria globale, rilevando che il contesto economico che caratterizza i due periodi è assai diverso: nell’attuale recessione – ha spiegato la WTO – la contrazione del prodotto interno lordo mondiale è stata molto più accentuata, mentre il calo degli scambi commerciali è stato più moderato; di conseguenza – ha rilevato l’organizzazione – il volume degli scambi mondiali di merci dovrebbe diminuire solo di circa il doppio del Pil mondiale a tassi di cambio di mercato, piuttosto che di sei volte com’è avvenuto nella crisi del 2009.

Il differente scenario di quest’anno provocato dalla crisi sanitaria – ha specificato la WTO – ha molto a che fare con la natura della pandemia e con le politiche adottate per contrastarla, con blocchi e restrizioni ai viaggi che nelle economie nazionali hanno imposto vincoli significativi dal lato dell’offerta, riducendo drasticamente la produzione e l’occupazione in settori solitamente resistenti alle fluttuazioni del ciclo economico, in particolare nel settore dei servizi non commerciali. Nel contempo – ha osservato la WTO – le decise politiche monetarie e fiscali hanno sostenuto i redditi, consentendo ai consumi e alle importazioni di rimbalzare una volta allentati i blocchi.

Secondo la WTO, il fatto che la ripresa in atto possa essere sostenuta a medio termine dipenderà dalla forza degli investimenti e dell’occupazione, motori che potrebbero essere notevolmente rallentati nel caso la fiducia venisse compromessa dal riacutizzarsi della pandemia. «L’incidenza del Covid-19 a livello globale – ha evidenziato il vice direttore generale della WTO, Yi Xiaozhun – è diminuita rispetto al suo picco di primavera, ma continua ad essere tenacemente alta in molte regioni. Il commercio ha svolto un ruolo fondamentale nella risposta alla pandemia, consentendo alle nazioni di assicurare l’accesso ai prodotti alimentari e alle forniture mediche essenziali.

Il commercio ha facilitato anche nuove modalità di lavoro durante la crisi con la fornitura di prodotti e servizi di information technology. All’indomani della pandemia – ha sottolineato Xiaozhun – uno dei maggiori rischi per l’economia mondiale sarebbe una virata verso il protezionismo. Per andare avanti la cooperazione internazionale è fondamentale e la WTO è la sede ideale per risolvere eventuali contrasti commerciali in sospeso dopo la crisi».

 

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