Lim (IMO): «questa è una questione di diritti umani»

Ieri, raccogliendo manifestazioni di apprezzamento da parte delle organizzazioni armatoriali internazionali, l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione in tema di cooperazione internazionale per far fronte alle sfide affrontate dai marittimi a seguito della pandemia di Covid-19 con cui si esortano gli Stati membri “a designare la gente di mare e il restante personale marittimo come lavoratori essenziali” ed incoraggia anche “i governi e le parti interessate ad implementare i protocolli per assicurare cambi di equipaggio e viaggi in sicurezza durante la pandemia di Covid-19 come approvato dal Comitato per la sicurezza dell’International Maritime Organization nella sua 102esima sessione, consentendo il rimpatrio dei marittimi bloccati e ad altri di raggiungere le navi, tenendo conto delle misure di prevenzione indispensabili contro il Covid-19 adottate dagli Stati di approdo”.

Manifestando soddisfazione per l’adozione della risoluzione, il segretario generale dell’International Maritime Organization, Kitack Lim, ha espresso gratitudine «a quelle nazioni che hanno già adottato misure per designare i marittimi come lavoratori essenziali e a tutte le agenzie delle Nazioni Unite e ai partner industriali che hanno lavorato instancabilmente per trovare modi per risolvere la difficile situazione. Questa – ha sottolineato Lim – è una questione di diritti umani.

La vita dei marittimi è resa impossibile dalle difficoltà di cambio degli equipaggi e ciò, più perdura tale situazione, può avere solo un effetto dannoso sulla sicurezza delle navi e sulla catena degli approvvigionamenti».

Lodando il governo indonesiano per aver promosso l’approvazione di questa risoluzione, che è stata presentata da Dian Triansyah Djani, ambasciatore indonesiano presso le Nazioni Unite, il segretario generale dell’International Chamber of Shipping (ICS), Guy Platten, ha ricordato che «l’impossibilità di far lasciare ai marittimi le loro navi e di fornire un trasporto sicuro e senza intoppi attraverso i confini internazionali pone a rischio il flusso dei commerci su cui fanno affidamento tutte le nostre economie».

«Due milioni di marittimi, di cui 555mila che lavorano per lo shipping europeo – ha evidenziato il segretario generale dell’European Community Shipowners’ Associations (ECSA), Martin Dorsman – svolgono un ruolo fondamentale nell’assicurare che le supply chain globali continuino a funzionare senza interruzione nonostante le difficoltà causate dalla pandemia. Ringraziamo la Commissione Europea e i diversi Stati membri dell’UE – ha aggiunto Dorsman – per il loro duro lavoro nel sollecitare la designazione dei marittimi quali lavoratori essenziali, al fine di facilitare i loro viaggi diretti e in transito da e per le navi e chiediamo a tutti gli altri Stati membri dell’UE di fare lo stesso e di incoraggiare anche i Paesi terzi a seguire l’esempio».

L’associazione europea degli armatori ha ribadito anche il suo sostegno all’appello dell’IMO affinché i marittimi e gli altri lavoratori marittimi siano presi prioritariamente in considerazione nell’ambito delle campagne di vaccinazione, in modo da consentire loro di poter svolgere il loro lavoro e di mantenere in funzione le catene di approvvigionamento globali.

«La risoluzione dell’ONU – ha commentato il presidente della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma), Mario Mattioli – è molto importante e costituisce un significativo passo avanti per risolvere la crisi globale dei cambi di equipaggio. Rispetto ai primi mesi dell’anno – ha specificato Mattioli – la situazione sta leggermente migliorando.

Tuttavia, vi sono ancora migliaia di marittimi bloccati sulle nostre navi e altrettanti marittimi che non possono sostituirli a causa delle restrizioni ai viaggi internazionali introdotte dai governi esteri per contrastare la pandemia da Covid-19, con alcune situazioni, in particolare in Cina, che stanno diventando vere e proprie emergenze umanitarie. Confitarma, anche attraverso ICS ed ECSA a cui aderisce – ha ricordato Mattioli – sin dall’inizio di questa crisi si è battuta affinché le navi italiane potessero continuare a trasportare le merci necessarie per la vita quotidiana di tutti, tutelando al contempo la salute e il welfare di tutti i lavoratori marittimi, che da sempre rappresentano la risorsa chiave per l’armamento italiano e che stanno facendo un lavoro straordinario mantenendo le catene di approvvigionamento globale. Non si ferma il nostro lavoro con le istituzioni per consentire ai nostri “eroi del mare” di tornare a casa e riabbracciare le loro famiglie nelle prossime festività natalizie».

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