Le fonti esistenti sono lacunose, disomogenee e parziali

Lo scorso 30 settembre il sindacato europei dei lavoratori dei trasporti European Transport Workers’ Federation (ETF) e l’associazione degli armatori europei European Community Shipowners’ Associations (ECSA) hanno concluso il progetto Mapping of Maritime Professionals (MapMar) che è durato 32 mesi ed ha avuto l’obiettivo di valutare come ottenere un maggior numero di dati accurati e comparabili e informazioni più standardizzate sulla forza lavoro europea del settore del trasporto marittimo, stante l’attuale insufficiente mole di dati affidabili e omogenei sul numero di persone disponibili per l’occupazione nel mercato del lavoro marittimo dell’Unione Europea. In particolare, lo scopo del progetto, che è stato finanziato dall’UE, è stato quello di esaminare come migliorare il modo con cui vengono raccolti i dati sull’impiego dei marittimi e di offrire proposte concrete su come creare un sistema di raccolta dei dati adeguato.
Lo studio ha identificato e analizzato 93 fonti di dati in 30 nazioni suddivisibili in tre tipologie principali: sistemi che contengono i dettagli sulla certificazione dei marittimi; sistemi più generali volti a raccogliere dati sull’occupazione in una serie di settori; sistemi di previdenza sociale. Dall’esame approfondito di queste fonti è emerso un panorama misto e complesso. L’analisi ha evidenziato che all’interno di ciascuna delle tre tipologie di fonti di dati esiste un’ampia gamma in termini di accessibilità pubblica, copertura, dettaglio e specificità. Ognuna dei tre tipi di fonti, inoltre, risulta anche limitata, in misura maggiore o minore, relativamente a quanto può contribuire ad una descrizione chiara ed accurata della forza lavoro del settore marittimo. Infatti, nella maggior parte dei casi, i sistemi che raccolgono dati sui marittimi non possono rivelare se un marittimo è attivo o meno. Inoltre queste fonti raramente comprendono dati specifici relativi ai marittimi. Infine i sistemi di previdenza sociale specifici per i marittimi dispongono sovente di dati rilevanti, ma si tratta di sistemi che non sono universali in tutti gli Stati dell’UE, raccolgono dati particolarmente sensibili e potrebbero non coprire tutti i marittimi della nazione.
Dal progetto è quindi emerso che nessuna delle fonti di dati che raccolgono informazioni sui marittimi ha come funzione principale l’elaborazione di una mappatura dettagliata della forza lavoro in campo marittimo e spesso i dati sono raccolti, classificati, archiviati, adeguati e controllati in modo tale da rendere difficile il confronto tra fonti, fra gruppi di marittimi o tra nazioni così come è difficoltoso o impossibile il confronto di dati provenienti da una gamma di fonti differenti.
Se lo studio di ETF ed ECSA prende atto che questa è la base da cui partire per definire protocolli per lo sviluppo di un sistema europeo di raccolta dei dati solido e affidabile, tuttavia evidenzia che la pianificazione strategica e lo sviluppo di politiche richiedono dati validi che siano comparabili sia relativamente alle nazioni che al tempo. Inoltre, dato il rapido evolversi dei cambiamenti nei vari settori incluso quello marittimo, risulta particolarmente importante che questi dati siano il più aggiornati possibile.
Secondo ETF ed ECSA, i dati relativi alle certificazioni dei marittimi dovrebbero essere alla base di qualsiasi sistema di rilevazione della forza lavoro marittima a livello europeo e, inoltre, un insieme coerente di dati sui marittimi resi pubblicamente disponibili da tutte le amministrazioni consentirebbe confronti nel tempo che attualmente non sono possibili.
Osservando che, tuttavia, anche un’insieme di dati raccolto su queste basi avrebbe ancora una limitazione, ovvero includerebbe tutti coloro che hanno certificati in vigore indipendentemente dal fatto che i marittimi stiano lavorando o meno, lo studio suggerisce due possibili approcci per far fronte a questo limite: in primo luogo potrebbe essere effettuato un adeguamento in modo coerente, trasparente e affidabile per tenere conto del numero stimato di questa tipologia di marittimi all’interno dell’insieme dei dati raccolti da ciascuna amministrazione, adeguamento che dovrebbe essere aggiornato regolarmente per assicurare che continui a riflettere la situazione attuale; in secondo luogo, i dati dei certificati potrebbero essere collegati a quelli dei database fiscali o previdenziali al fine di fornire un’indicazione aggiornata e accurata circa il fatto che i marittimi stiano lavorando in mare o meno.
Commentando i risultati dello studio, Estelle Brentnall, responsabile per il settore marittimo dell’ETF, ha rilevato che «ora disponiamo di un quadro più chiaro della situazione dei dati dei marittimi e questo – ha sottolineato – ci offre un’ottima opportunità per contribuire in modo significativo alla costruzione di un sistema di raccolta dati su vasta scala a livello europeo nel settore marittimo. D’ora in avanti il nostro comune obiettivo, di ETF ed ECSA, sarà quello di indirizzare tutti i nostri sforzi per trovare il modo migliore per sottoporre questi risultati ai responsabili delle politiche dell’UE».
«Siamo convinti – ha commentato Rosella Marasco, direttrice Affari sociali e legali dell’ECSA – che dati accurati, affidabili e standardizzati dei professionisti del mare siano essenziali per lo sviluppo di risposte strategiche adeguate alle sfide che l’industria dello shipping deve affrontare. Assieme al nostro partner sociale ETF – ha concordato Marasco – non vediamo l’ora di instaurare un dialogo costruttivo con i responsabili politici dell’UE a beneficio della comunità marittima».

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05 Ottobre 2021