La ricerca del professor Bologna ricostruisce un passaggio importante della storia del Lloyd triestino

“Agli inizi del container: il ‘Lloyd triestino’ e le linee per l’Australia” racconta come una compagnia di navigazione italiana è entrata dentro un consorzio che è riuscito ad organizzare un traffico merci su una delle rotte più lunghe del mondo.

Più di diecimila miglia nautiche, infatti, separano il Nord Europa dall’Australia.

La pubblicazione vuole essere un’occasione di riflessione sullo sviluppo di una tecnica intermodale che è stata determinante nel creare un mercato globale, ma soprattutto vuole dare un riconoscimento a chi aveva intuito già alla fine degli anni ‘60 il grande futuro che questa innovazione avrebbe apportato nel ciclo del trasporto di merci.

Attraverso il lavoro d’indagine su fonti inedite di un gruppo di ricercatori coordinato dal prof. Sergio Bologna, è nato un racconto che si snoda tra Trieste, Londra, Amburgo, Genova e Sydney, perché le prime navi full container di bandiera italiana furono impiegate proprio nella rotta per l’Australia. Si trattava di navi tecnologicamente molto avanzate, in cui furono utilizzati per la prima volta nel settore commerciale, gli elaboratori elettronici e i collegamenti satellitari, riservati fino a quel momento al ramo militare.

È una pagina di storia che fa onore al nostro mondo della ricerca, dell’industria, dello shipping e della portualità.

Completa il racconto un’eccezionale testimonianza di un operatore dello shipping che ha visto nascere dal suo ufficio di Sydney i primi collegamenti full container sulla rotta Nord Europa-Australia.