La politica – si rammaricano Assoporti, Assiterminal, Assologistica Fise-Uniport, Filt, Fit e Uilt – non percepisce la strategicità del settore della portualità

Le principali associazioni del cluster portuale italiano hanno espresso profonda delusione in quanto – hanno spiegato – le principali richieste di provvedimenti normativi, condivise nel corso delle costanti interlocuzioni ministeriali, non sono stato prese in considerazione nell’iter di approvazione della “Legge di Bilancio”, tutto ciò, peraltro, alla luce del recente verbale d’accordo tra il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e le organizzazioni sindacali della scorsa settimana e dell’istituzione del “Tavolo del Mare”.
Assoporti, Assiterminal, Assologistica Fise-Uniport, Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti hanno definito «incomprensibile il mancato recepimento della proroga dei sostegni ai lavoratori portuali delle imprese art. 17 e 16 l.84/94 (in ciclo dell’art.18, comma 7) ed il supporto economico all’istituendo fondo dei lavoratori dei porti, con risorse del settore e pertanto non aggiuntive, per il prepensionamento dei lavoratori portuali inabili al lavoro in considerazione del ricambio generazionale necessario, anche alla luce delle dichiarazioni del governo e, quindi, per creare un ricambio generazionale che permetta ai giovani la dignità di un lavoro stabile e duraturo».
«Analogo discorso – hanno precisato le associazioni e i sindacati – vale per gli effetti sul mancato recepimento dell’integrazione del fondo amianto a favore delle famiglie delle vittime da patologie asbesto-correlate, ma il problema pare a questo punto essere strutturale!».
«È evidente – hanno proseguito Assoporti, Assiterminal, Assologistica Fise-Uniport, Filt, Fit e Uilt – che anche queste circostanze pongono un accento di ulteriore pregiudizio alla questione più generale di tenuta del principio normativo dell’autonomia finanziaria delle Autorità di Sistema Portuale e del settore nel suo insieme: tutti elementi che pongono le parti stipulanti il CCNL porti di fronte a forte preoccupazione, poiché tutto ciò significa che la politica non percepisce la strategicità del settore della portualità».
«I tempi e i modi per intervenire – hanno concluso le rappresentanze del cluster portuale – la politica e il governo li possono ancora trovare laddove vogliano dare un segnale di riscontro che dia sostanza alle necessità del settore. Le iniziative che potranno essere intraprese, a fronte dell’assenza di risposte, vedranno il cluster coeso nella coerenza di un percorso di dialogo e confronto che almeno tra noi è ormai consolidato nel merito delle problematiche e delle istanze risolutive al fine della tenuta e dello sviluppo del settore».

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23 dicembre 2o21