La pressione al rialzo dei prezzi – avverte un’analisi preliminare sull’effetto del conflitto in Ucraina – potrebbe presto avere la meglio
Il conflitto in Ucraina determinato dall’invasione del territorio da parte delle truppe della Russia, due nazioni che sono una componente essenziale della Nuova Via della Seta, provocherà un aumento delle tariffe dei servizi di trasporto. In un’analisi sull’impatto della guerra sul commercio e lo sviluppo, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) ha specificato che una prima valutazione di tale impatto rivela un rapido peggioramento delle prospettive per l’economia mondiale, con la crescita dei prezzi dei prodotti alimentari, dei carburanti e dei fertilizzanti, situazione che è particolarmente allarmante per i Paesi africani e per quelli meno sviluppati. L’analisi dell’UNCTAD evidenzia anche un aumento della volatilità finanziaria, il disinvestimento nello sviluppo sostenibile, l’aumento dei costi commerciali e una complessa riconfigurazione delle supply chain mondiali.
Circa gli effetti della crisi bellica sulle tariffe dei servizi di trasporto, l’analisi ricorda che nel 2021 sulle linee ferroviarie che collegano la Cina all’Europa sono stati spediti 1,5 milioni di container e sottolinea che se questi volumi trasportati su rotaia si aggiungessero alla domanda di trasporto marittimo Asia-Europa ciò significherebbe un aumento compreso tra il +5% e il +8% dei volumi su una rotta commerciale che è già congestionata. «Ci si può aspettare – osserva l’analisi – che l’impatto della guerra in Ucraina conduca a tariffe di trasporto ancora più elevate. Tuttavia – precisa il documento – va notato che sinora le tariffe globali per il trasporto di container non sembrano essere aumentate, ma abbiano piuttosto continuato la loro più recente tendenza ad un leggero ribasso rispetto ai precedenti record. Ciò – precisa l’analisi dell’UNCTAD – è più correlato ad una tendenza globale all’allentamento dei lockdown per la pandemia e alla graduale soppressione dei programmi di stimolo all’economia, a fronte di una lenta attenuazione della congestione in alcune aree portuali del mondo. Tuttavia – chiarisce ancora il rapporto – tutto considerato la pressione al rialzo dei prezzi potrebbe presto avere la meglio».
L’analisi preliminare dell’UNCTAD spiega, almeno in parte, una delle componenti della rapida tendenza al rialzo dei prezzi dei carburanti, rincaro che in Italia il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha definito «ingiustificato» segnalando – con lo stupore di diversi osservatori – il pericolo di «una colossale truffa».
«Questo cambiamento – rileva infatti l’analisi – è già stato riscontrato relativamente alle navi cisterna più piccole, che sono essenziali per il commercio petrolifero regionale del Mar Nero e del Mar Baltico. Le tariffe delle tanker Aframax e Suezmax nel Mar Nero-Mediterraneo sono passate da circa 10.000 dollari al giorno il 18 febbraio 2022 ad oltre 170.000 dollari al giorno il 25 febbraio 2022. I conseguenti costi dei trasporti sono aumentati di circa il 400%. A metà marzo 2022 i noli delle tanker nella regione sono rimasti stabili, con qualche calo per alcune ma non in tutti i segmenti delle navi tanker».
«Questi aumenti delle tariffe di trasporto – prosegue l’analisi – possono avere significativi impatti sull’economia. L’UNCTAD ha valutato che durante la pandemia l’aumento delle tariffe di trasporto dei container abbia accresciuto i prezzi al consumo globali dell’1,5%, con effetti particolarmente significativi sulle economie vulnerabili, come i piccoli Stati insulari in via di sviluppo, i Paesi in via di sviluppo senza sbocco sul mare e i Paesi meno sviluppati».

Articolo realizzato da InforMARE S.r.l. – Riproduzione riservata
17 marzo 2022