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Botta: il Ministero della Salute, pur conoscendo nel dettaglio gli elementi critici, non ha saputo fornire soluzioni
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Annunciando che Spediporto aveva l’intenzione di lanciare il prossimo anno una campagna per chiedere, con forza, che vengano rinforzati gli organici degli enti preposti a queste attività essenziali, Botta ha precisato che l’associazione ha «deciso di anticipare i tempi e denunciare già ora questa situazione. Il problema – ha rilevato – è di vasta portata e riguarda non solo i PCF ma anche gli altri enti coinvolti come Arpal e Agecontrol. Peraltro, proprio nel nuovo anno, i controlli richiesti dalle normative europee cresceranno ulteriormente e il porto di Genova si troverà a dover sostenere una mole di lavoro molto elevata. Una situazione critica che si potrà verificare anche in altri hub strategici come Milano Malpensa o i porti di Trieste e di Venezia». «Non si può – ha proseguito Botta – navigare a vista. Pensate che a Vado Ligure l’attività, per essere svolta, necessita di spostamenti di personale da un porto all’altro».
Il direttore generale di Spediporto ha direttamente chiamato in causa il Ministero della Salute che, ad oggi – ha sottolineato – pur conoscendo nel dettaglio gli elementi critici non ha saputo fornire soluzioni: «il porto di Genova – ha concluso Botta – rappresenta un tassello essenziale per l’economia nazionale, la logistica è il settore più importante dell’industria italiana. Possiamo fare tutti gli investimenti che vogliamo, studiare la realizzazione di tutte le infrastrutture possibili e immaginabili; ma se, poi, ci troviamo di fronte a queste situazioni assurde, che si vivono nella quotidianità, il lavoro svolto per dare sviluppo ai nostri porti finisce per perdere di credibilità. Ci opporremo a questo sfascio, facendo sentire la voce degli operatori in tutte le sedi in cui riterremo opportuno farlo». Articolo realizzato da InforMare S.r.l – Riproduzione riservata 2 Gennaio 2024 |


